No, il Quirinale non ha prorogato il segreto di Stato su alcuni documenti riguardanti la strage di Ustica - Facta
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No, il Quirinale non ha prorogato il segreto di Stato su alcuni documenti riguardanti la strage di Ustica

Il 27 giugno 2024 è stato pubblicato un post su Facebook in cui si afferma che «anche oggi» sarebbe «arrivata la consueta dichiarazione del “nostro” Presidente della Repubblica sui fatti di Ustica con l’appello sulla mancata verità: “Ferita aperta, i Paesi amici collaborino”». Il post prosegue sostenendo che «Questo “signore”», ovvero Mattarella, è lo stesso che «nel giugno del 2020 ha prorogato di 8 anni il segreto di stato proprio sui documenti relativi al caso Ustica e sapete con quale motivazione? Riporto testuali parole: “La verità farebbe male all’Italia”». Il post è accompagnato da una foto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cui compare una scritta rossa che recita «Vergogna». Lo stesso contenuto è stato diffuso su X.

Il riferimento è alla strage di Ustica, un disastro aereo avvenuto il 27 giugno 1980 che ha coinvolto un Dc9 Itavia in viaggio da Bologna a Palermo, in cui morirono 81 persone. Oltre 40 anni dopo la strage, manca ancora una verità giudiziaria completa su quanto accaduto.

Il post analizzato veicola una notizia falsa.

Non è vero che Sergio Mattarella nel giugno 2020 ha prorogato il segreto di Stato sui documenti relativi al caso di Ustica, affermando che «La verità farebbe male all’Italia». 

Il 21 agosto 2020 il quotidiano La Stampa aveva pubblicato un articolo intitolato “Segreto di Stato per altri otto anni: «La verità su Ustica farebbe male»”. Nel testo si leggeva che Giuliana Cavazza, figlia di una vittima della strage di Ustica, aveva chiesto al governo italiano la copia di alcuni documenti risalenti al 1980 del Servizio informazioni e sicurezza militare (Sismi), uno dei servizi segreti italiani attivo dal 1977 al 2007 e che Palazzo Chigi (sede del governo italiano), con una lettera, le aveva risposto di non poter rendere pubblici quei documenti per un «un grave pregiudizio agli interessi della Repubblica». Nell’articolo veniva riportato anche che i servizi segreti erano «intenzionati a mantenere il segreto quantomeno fino al 2029, come è stato detto all’ex senatore Carlo Giovanardi in un incontro a palazzo Chigi». La notizia era stata rilanciata da altre testate e agenzie.

Quindi, come riportato da diversi media all’epoca, la decisione di non rendere pubblici alcuni documenti di servizi segreti era stata comunicata ad agosto 2020 da Palazzo Chigi alla figlia di una delle vittime della strage di Ustica. In quell’anno il governo era guidato da Giuseppe Conte. Inoltre, la frase «la verità farebbe male all’Italia», attribuita falsamente al presidente della Repubblica, era una parafrasi giornalistica di una parte della risposta di Palazzo Chigi, in cui si affermava che la diffusione dei documenti richiesti avrebbe potuto compromettere gli interessi della Repubblica italiana. 

La competenza sul segreto di Stato spetta infatti al presidente del Consiglio, come previsto dalla legge n.124 del 3 agosto 2007, e non al presidente della Repubblica. Lo stesso Quirinale ha diffuso il 30 giugno 2024 un comunicato in cui smentisce l’informazione infondata pubblicata sui social media, precisando che «la notizia è palesemente falsa. Il Presidente della Repubblica non ha alcuna competenza sul segreto di Stato. Il Presidente Mattarella non ha mai pronunciato le parole che gli vengono attribuite». 

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