L'indagine sui falsi ricoveri in terapia intensiva a Catanzaro è reale, ma la Covid-19 non c'entra - Facta
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L’indagine sui falsi ricoveri in terapia intensiva a Catanzaro è reale, ma la Covid-19 non c’entra

Il 25 ottobre 2020 su Facebook è stata pubblicata l’immagine di una presunta notizia pubblicata sul sito dell’agenzia Ansa il 1 ottobre 2020. Si legge: «Falsi ricoveri terapia intensiva, scoperta truffa da 10,5 milioni di euro. Indagine Guardia di Finanza in clinica Catanzaro, sequestro beni». L’immagine è accompagnata da questo commento, scritto da chi ha pubblicato il post su Facebook: «Come mai i TG del terrore non hanno detto nulla?? Semplice, devono dire solo quello che i dittatori impongono loro di diffondere!!! Sì sì le terapie intensive sono piene…ed io sono babbo natale».

Il riferimento è alle notizie riguardanti la crescita della pressione sui reparti di terapia intensiva e, più in generale, sulla rete ospedaliera per via dell’aumento dei contagi da nuovo coronavirus Sars-Cov-2 in Italia. Secondo chi ha pubblicato l’immagine su Facebook, la presunta notizia pubblicata dall’Ansa sui falsi ricoveri dimostrerebbe che la pressione sulle terapie intensive per la presenza di pazienti Covid-19 non sarebbe vera.

Questo contenuto è fuorviante e veicola una notizia falsa. L’inchiesta della Guardia di finanza non ha nulla a che vedere con la Covid-19.

La notizia relativa ad una presunta truffa milionaria scoperta dai finanzieri del comando provinciale di Catanzaro portata avanti da una clinica privata del capoluogo calabrese è vera ed è stata realmente trattata da Ansa il 1 ottobre 2020, come si può verificare qui. Il periodo oggetto delle indagini va però dal 2013 al 2019. Secondo gli investigatori, in questo lasso di tempo oltre 10 milioni di euro di rimborsi del servizio sanitario regionale sarebbero stati percepiti illecitamente dalla clinica privata calabrese a fronte di oltre mille falsi ricoveri in terapia intensiva coronarica.

Questo significa che i falsi ricoveri in terapia intensiva non hanno alcun collegamento con l’epidemia da nuovo coronavirus in Italia – dove il primo caso locale registrato nel Paese risale al 21 febbraio 2020 – e la conseguente pressione sulle rete ospedaliera italiana.

Secondo quanto riportato dai dati ufficiali elaborati dall’Istituto superiore di sanità, dal 18 ottobre 2020 al 25 ottobre (il giorno di pubblicazione del post oggetto della nostra verifica) i pazienti Covid-19 ricoverati in terapia intensiva in Italia sono passati da 750 a 1.208. Al 17 novembre, in base ai dati forniti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), le persone ricoverate in terapia intensiva in Italia risultano essere 3.612. Un decreto del Ministero della Salute del 30 aprile 2020 ha fissato la soglia critica del tasso di occupazione dei posti letto totale nelle terapie intensive da parte di pazienti Covid-19 al 30 per cento e quello per le aree non critiche al 40 per cento. Al 17 novembre 2020, sempre secondo quanto riportato ufficialmente da Agenas, queste soglie sono state ampiamente superate: siamo al 42 per cento per le terapie intensive e al 51 per cento per le altre aree mediche.

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