Non è vero che dai dati israeliani emergono dubbi sull’efficacia del vaccino Pfizer - Facta
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Non è vero che dai dati israeliani emergono dubbi sull’efficacia del vaccino Pfizer

Il 20 gennaio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto la segnalazione di un articolo pubblicato lo stesso giorno dal sito Notizie Flash 24, una testata (registrata a ottobre 2020) che, stando a quanto riportato sul sito, avrebbe come missione il voler fornire «le news più importanti, veloci e senza filtri» e «senza utilizzare titoli clickbait e con un’attenzione particolare ad evitare qualsiasi fake news.» L’articolo che ci è stato segnalato è intitolato “Israele, dai primi dati ufficiali emergono dubbi sull’efficacia del vaccino Pfizer”. Il testo si basa sul contenuto di un articolo pubblicato il 19 gennaio 2021 dal quotidiano israeliano Haaretz, considerato uno dei quotidiani israeliani più influenti e rispettati, intitolato “Migliaia di israeliani positivi per il coronavirus dopo la prima iniezione di vaccino”.

Vediamo intanto cosa dice l’articolo oggetto della segnalazione. Notizie Flash 24 riporta, che «oltre 12.400 residenti israeliani sono risultati positivi al Covid dopo essere stati vaccinati». Ovvero, come prosegue, circa il 6,6 per cento delle 189.000 persone vaccinate. Come precisato nell’articolo, «tra questi 69 avevano già ricevuto la seconda dose», il che significa che parliamo in grandissima parte di individui che avevano ricevuto solo la prima dose di vaccino. L’articolo prosegue sostenendo che «delle 20.000 persone testate tra il 15° e il 21° giorno post-vaccino, circa il 7,2% sono risultate positive» dato che, secondo Notizie Flash 24, «aumenta i dubbi sulla reale efficacia visto che secondo i dati diffusi dalla Pfizer in questa finestra la copertura dovrebbe essere garantita tra il 56 e l’89%.» L’articolo di Haaretz, a differenza della versione italiana di Notizie Flash 24, commenta tutti questi dati senza parlare di dubbi, bensì affermando che «a questo punto è ancora difficile fornire conclusioni definitive sull’efficacia dei vaccini».

Un altro dato riportato da Notizie Flash 24 è che «in alcuni gruppi di età il rapporto dei test positivi rispetto ai test effettuati tra i vaccinati corrisponde a quello riscontrato nella popolazione generale». L’articolo conclude sostenendo che Pfizer aveva dimostrato che il vaccino era altamente efficace tra le persone di età pari o superiore a 65 anni, ma «Tuttavia, scrive Haaretz, “questo risultato dovrà trovare conferme nella vita reale”.» 

Le percentuali riportate dall’articolo di Notizie Flash 24 sono le stesse riportate dalla fonte a cui fa riferimento, Haaretz, che a sua volta cita il Ministero della Salute israeliano (gli stessi dati con la stessa fonte sono riportati da altri media israeliani come Times of Israel). Questi dati, così come riportati da Notizie Flash 24, sono però parziali e non sono stati inseriti nel giusto contesto. Ne deriva che la notizia, così come riportata dall’articolo a noi segnalato, è almeno parzialmente falsa. Vediamo come stanno le cose.

Ricordiamo innanzitutto che è solo una settimana dopo la seconda dose di vaccino Pfizer che l’efficacia è completa e raggiunge, secondo gli studi clinici, il 95 per cento. È quindi fuorviante, in generale, indicare che ci sarebbero «dubbi» sull’efficacia del vaccino quando parliamo della copertura dopo la prima dose. 

È vero che gli stessi dati sull’efficacia del vaccino dopo la prima dose erano stati commentati negativamente anche da Nachman Ash, il Coronavirus Project Coordinator a capo della risposta israeliana alla pandemia di Covid-19, che secondo Times of Israel avrebbe detto che la protezione dopo la prima dose è «inferiore a quanto avevamo previsto e a quanto ha presentato Pfizer». Stephan Evans, professore di farmacoepidemiologia alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha risposto alle dichiarazioni di Nachman Ash e ai dati sull’efficacia della prima dose di vaccino su Science Media Centre: «I dettagli di questi studi sono stati rilasciati soltanto, sembrerebbe, a una conferenza stampa, per motivi non chiari […] Non ha senso confrontare l’efficacia derivata da uno studio osservativo di questo tipo, soggetto a molte distorsioni, con l’efficacia che deriva da uno studio clinico randomizzato». 


Precisiamo che l’articolo originario di Haaretz ha citato un altro dato totalmente ignorato da News Flash 24, ovvero le evidenze positive sull’immunità dei vaccinati israeliani che hanno ricevuto la seconda dose. 

I test sierologici effettuati una settimana dopo la seconda dose del vaccino sugli impiegati dell’ospedale Sheba Medical Center di Tel Hashomer (un quartiere della città di Ramat Gan) hanno trovato, in 100 persone su 102, «livelli di anticorpi da 6 a 20 volte più elevati rispetto alla settimana precedente». Un dato che il direttore dell’unità di prevenzione malattie infettive dello stesso ospedale, Gili Regev-Yohai, ha commentato così a Haaretz: «Significa che il vaccino lavora meravigliosamente e speriamo di vedere un calo nell’incidenza di infezione in pochi giorni». 

Come News Flash 24, Haaretz scrive anche che «in alcuni gruppi di persone inoculate, durante i diversi periodi dopo il vaccino, il tasso di test positivi corrisponde al tasso di positivi nella popolazione generale, di cui la grande maggioranza non era ancora vaccinata». Non è chiaro però di quali «gruppi» si tratti. Notizie Flash 24 trasla il dato in «gruppi di età» ma questo non si evince dall’articolo originario, che invece ipotizza in modo generico che possano esserci differenze nell’efficacia del vaccino a seconda dell’età e che potrebbe funzionare diversamente negli anziani. Questo è il dato che attende effettivamente conferma nel mondo reale come avevamo già spiegato qui.  Di nuovo, però, News Flash 24 riporta questa informazione senza contesto. 

Per esempio, secondo un comunicato dell’organizzazione di servizi medici israeliana Clalit, pubblicato il 13 gennaio 2021, si è visto che già dopo la prima dose di vaccino c’è una riduzione significativa del tasso di infezione tra gli over-60: del 33 per cento fino a 14 giorni dopo la prima dose e dal 20 al 40 per cento tra 15 e 17 giorni dopo. Il comunicato sosteneva anche che, come previsto dagli studi clinici, non c’è una riduzione significativa del rischio nei primi 12 giorni dopo la prima dose del vaccino. 

In conclusione, al momento non è possibile sostenere che i dati israeliani mettano in dubbio l’efficacia del vaccino Pfizer/BioNTech, perché si riferiscono quasi esclusivamente a soggetti che hanno ricevuto una sola dose di vaccino e non alla protezione offerta almeno sette giorni dopo la seconda dose. Inoltre, sono dati non confrontabili con i dati degli studi clinici. 

Precisiamo poi che ci sono anche numerosi dati positivi, seppur preliminari, sia sull’efficacia del vaccino dopo la prima dose, sia sull’efficacia complessiva dopo la seconda. Solo col tempo, quando ci sarà un numero elevato di persone che hanno ricevuto la seconda dose di vaccino Pfizer da almeno una settimana, sarà possibile discutere se l’efficacia del vaccino corrisponde o meno a quella degli studi clinici.

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