Il video della dottoressa Merritt sulle mascherine riporta informazioni fuorvianti - Facta
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Il video della dottoressa Merritt sulle mascherine riporta informazioni fuorvianti

Il 4 maggio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto un video da verificare della durata di 3 minuti che riprende una donna davanti ad un microfono mentre parla in quella che sembra un’assemblea. La persona nel video, vestita con un camice medico di colore azzurro,  afferma di essere una dottoressa, laureata all’Università di Rochester nel 1980 e con esperienza in chirurgia militare e ricerca su armi biologiche. Dopo questa presentazione, la persona nel video mette in discussione l’utilità delle mascherine nel controllo della pandemia da Covid-19. Il video è stato diffuso anche su Facebook. 

Si tratta in gran parte di informazioni false, senza prove o fuori contesto. Andiamo con ordine.

La donna nel video è Lee Merritt, ortopedico della città di Omaha, nello Stato di Nebraska (Stati Uniti) che nel proprio profilo Linkedin dichiara di aver lavorato dal 1983 al 1987 come chirurgo ortopedico per la Marina militare statunitense; non si parla però di ricerca su armi biologiche. Il video è stato registrato durante la riunione del consiglio cittadino di Omaha del 29 settembre 2020, di cui è disponibile il video completo. L’intervento di Lee Merritt corrispondente al video a noi segnalato inizia al minuto 3:47:17 e termina al minuto 3:50:28. 

Veniamo alle affermazioni contenute nell’intervento di Lee Merritt. Al minuto 3:47:58, Merritt dice che le mascherine non potrebbero fare nessuna differenza con «piccole particelle virali» e cita uno studio dei Centers for disease control (Cdc) pubblicato a maggio 2020 che mostrerebbe che le mascherine non sono utili contro l’influenza (che, ricordiamo, è malattia diversa dalla Covid-19). 

Lo studio è reale, ed effettivamente afferma che non è stato possibile trovare evidenze scientifiche forti dell’utilità delle mascherine chirurgiche o di stoffa nella diffusione dell’influenza. Lo studio però, oltre a essere poco aggiornato, esplicitamente dichiara di non aver considerato l’efficacia di mascherine più protettive, come le N95 o Ffp2. Come avevamo raccontato in precedenza, le analisi più recenti della letteratura scientifica, come il report dell’European center for disease control (Ecdc) del 15 febbraio 2021 indicano che, nonostante le numerose incertezze, gran parte dei dati scientifici va nella direzione di un effetto positivo delle mascherine (specialmente chirurgiche e Ffp2) nel rallentare il contagio da Sars-CoV-2, e ne raccomandano l’utilizzo. 

In seguito Lee Merritt passa a discutere le presunte conseguenze psicologiche delle mascherine, affermando, al minuto 3:48:46 che ai bambini «stanno accadendo brutte cose» perché le mascherine impedirebbero ai più giovani di socializzare e che usandole «stiamo creando una generazione di persone che avrà paura dell’esistenza». 

Non esiste finora nessun dato a sostegno di questa tesi. I rari studi sugli effetti psicologici delle mascherine hanno suggerito, non sorprendentemente, che possa essere più difficile interpretare le emozioni di un volto che indossa una mascherina, ma non hanno investigato i bambini e almeno uno di questi studi dichiara esplicitamente che, sebbene le mascherine possono complicare le interazioni sociali, questa «non deve essere una scusa per non usare le mascherine […] non dobbiamo dimenticare che gli esseri umani possiedono molti mezzi per interpretare lo stato mentale altrui». Un singolo studio pubblicato sull’archivio di preprint di psicologia PsyArXiv l’11 febbraio 2021 ha riscontrato che, nei bambini, le mascherine possono rendere più difficoltosa la percezione dei volti. Nelle conclusioni si ipotizza che questo possa avere un effetto sulla socializzazione, ma citando a supporto unicamente uno studio sulle difficoltà nella percezione dei volti negli anziani soggetti a degenerazione della retina, ovvero un caso piuttosto diverso dal punto di vista sociale e psicologico.

Infine, al minuto 3:49:28, Merritt sostiene che «il tasso di sopravvivenza effettivo in questa stagione è del 99,991 per cento», insinuando che la mortalità della pandemia sarebbe irrilevante e non richiederebbe misure particolari. 

Non è chiaro cosa intenda qui Merritt, se il tasso di sopravvivenza dei malati Covid-19 o della popolazione in generale (sappiamo però che, in un intervento successivo, Merritt ha usato la stessa cifra per indicare la mortalità dei malati di Covid-19). In ogni caso, Merritt sottostima grandemente la mortalità da Covid-19. Un «tasso di sopravvivenza» del 99,991 per cento corrisponde infatti a 90 morti per ogni milione di abitanti. Il 29 settembre 2020, quando Merritt ha parlato, negli Stati Uniti c’erano stati 623.10 decessi da Covid-19 ogni milione di persone: sette volte tanto. Il «tasso di sopravvivenza» quindi, contando tutta la popolazione statunitense e non solo i malati Covid-19, era del 99,94 per cento. Col passare dei mesi la cifra è aumentata significativamente: al 3 maggio 2021 negli Stati Uniti ci sono stati circa 1.745 decessi da Covid-19 per milione di abitanti (infetti o meno da Covid-19), 19 volte tanto rispetto al numero citato da Merritt.

In conclusione, le informazioni diffuse da Lee Merritt nel video a noi segnalato sono false, senza prove o, nel caso dello studio sulle mascherine, fuori contesto.

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