Questo servizio televisivo del 2020 non è una messinscena sui malati Covid - Facta
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Questo servizio televisivo del 2020 non è una messinscena sui malati Covid

Il 21 settembre 2021 su Facebook è stato pubblicato un fermo immagine di un servizio del programma rai La Vita in diretta che mostra una stanza di un ospedale all’interno di un reparto Covid-19 dove ci sono due letti con due pazienti: uno, a destra, con un casco per la ventilazione e l’altro, a sinistra, che non indossa alcun dispositivo di protezione individuale. Al centro compare un operatore sanitario con una tuta protettiva utilizzata per non essere contagiato. L’immagine è accompagnata da questo commento: «A volte capita, mentre sistemi la sceneggiatura, che vai in onda e non ti avvisano». Secondo il post oggetto della nostra verifica, l’immagine mostrerebbe quindi una messinscena su falsi malati Covid orchestrata da una programma tv.

Si tratta di un contenuto fuorviante che veicola una notizia falsa.

Come avevamo ricostruito in due articoli (qui e qui) l’immagine in questione si riferisce a un servizio trasmesso dal programma di Rai1 La vita in diretta andato in onda durante la puntata del 16 novembre 2020, finito all’epoca al centro di diversi episodi di disinformazione sui social network perché accusato senza alcun fondamento di presentare una messa in scena. La stessa accusa infondata è stata riproposta ora nel post oggetto della nostra verifica.

Il servizio era stato trasmesso in diretta e mostrava due pazienti Covid-19 all’interno di un reparto di terapia sub-intensiva presso l’ospedale Amedeo di Savoia a Torino. Il reparto di terapia sub-intensiva, a differenza di quello di terapia intensiva, è dedicato ai pazienti «che necessitano di un costante monitoraggio» ma non in condizioni critiche. Come avevamo raccontato nei nostri precedenti articoli, durante il servizio l’uomo senza casco per la ventilazione e senza dispositivi di protezione viene inquadrato e presentato all’inizio del servizio dal giornalista («in questa stanza sono ricoverati due pazienti»). L’uomo in questione era dunque un paziente positivo alla Covid-19, in condizioni non critiche, ma da monitorare. 

Durante la puntata del 18 novembre 2020, il giornalista e conduttore de La vita in diretta, Alberto Matano, era tornato sul servizio andato in onda due giorni prima per rispondere alle accuse prive di fondamento mosse alla trasmissione e smentire le informazioni false diffuse sui social network. In quell’occasione, Giovanni Di Perri, responsabile Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia, aveva spiegato che il paziente nel letto senza dispositivi era stato dimesso il 17 novembre, cioè il giorno dopo il servizio televisivo, e che nel percorso di guarigione «aveva smesso di aver bisogno della supplementazione di ossigeno».

Passiamo ora al mancato utilizzo di dispositivi di protezione. Anche in questo caso nei nostri articoli avevamo ricostruito che i membri della troupe televisiva e gli operatori sanitari erano ben protetti con guanti, tute, mascherine e visiere. In questo caso il protocollo previsto era stato correttamente rispettato, dal momento che le linee guida dell’Istituto superiore di sanità prescrivono che i dispositivi di protezione debbano essere utilizzati dagli operatori nei reparti Covid, ma non necessariamente dai pazienti (che potrebbero non tollerarli).

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Comments (2)

  • Ivan Bertella

    Dato che fate andare in onda certi servizi con miillioni di spettatori , non capisco per quale motivo non posso postarlo io.
    Oltretutto preso da altre persone,la legge deve essere uguale per tutti non solo per chi ha soldi oltretutto da reti televisive che decurtano i soldi al popolo per fare questi servizi.

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    • Facta

      Buongiorno Ivan, a quali servizi fa riferimento? Noi siamo una testata giornalistica che si occupa di verificare le notizie, non mandiamo in onda alcun servizio.

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