Non è vero che la Croce rossa giapponese rifiuta le donazioni di sangue da persone vaccinate contro la Covid - Facta
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Non è vero che la Croce rossa giapponese rifiuta le donazioni di sangue da persone vaccinate contro la Covid

Il 9 settembre 2021 su Facebook è stata pubblicata un’immagine che riporta la notizia secondo cui la Croce rossa giapponese rifiuterebbe «le donazioni di sangue da persone che hanno ricevuto il vaccino Covid-19».

Si tratta di un contenuto fuorviante che veicola una notizia falsa. Andiamo con ordine.

Lo scorso 22 febbraio la Croce rossa giapponese aveva comunicato che la donazione di sangue da parte delle persone che si sarebbero vaccinate contro la Covid era sospesa in attesa dei criteri stabiliti dalle autorità competenti. Due mesi dopo, il 28 aprile 2021, la stessa Croce rossa ha poi annunciato che chi aveva ricevuto il vaccino a mRna Pfizer autorizzato nel Paese avrebbe potuto donare a partire dal 14 maggio 2021 e che la donazione doveva avvenire almeno 48 ore dopo la somministrazione di una delle due dosi.  

Contattato dai colleghi statunitensi di Factcheck.org, un portavoce dell’ambasciata giapponese a Washington ha spiegato che l’attesa di 48 ore non ha nulla a che fare con le preoccupazioni sulla sicurezza del vaccino, ma ha invece lo scopo di dare a coloro che si sono vaccinati e che vogliono donare il sangue il tempo di superare eventuali effetti collaterali legati al vaccino. 

Il 21 maggio 2021 il governo giapponese ha approvato contro la Covid-19 l’uso di altri due vaccini: quello a mRna di Moderna e quello a vettore virale di AstraZeneca. Attualmente quindi i vaccini autorizzati in Giappone contro il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 sono tre. Come si può leggere sul sito della Croce Rossa giapponese, le ultime disposizioni prevedono un’attesa di 48 ore dalla somministrazione dei vaccini a mRna Pfizer e Moderna prima di donare il sangue. Per quanto riguarda invece il vaccino AstraZeneca, chi lo riceve non è ancora autorizzato a donare poiché le autorità competenti non hanno ancora stabilito i criteri necessari.  

Questa caso di disinformazione è stato trattato da diversi siti di fact-checking (qui, qui, qui e qui).

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