Il direttore dell’Aifa non ha detto di voler «rendere la popolazione italiana dipendente» dal vaccino - Facta
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Il direttore dell’Aifa non ha detto di voler «rendere la popolazione italiana dipendente» dal vaccino

Il 30 agosto 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp la richiesta di verificare le informazioni contenute in un post pubblicato il 27 agosto su Facebook, contenente un testo intitolato «Il direttore dell’Aifa: “Rendere la popolazione italiana dipendente per sempre dal vaccino”». 

Nel testo oggetto della segnalazione si legge che il virgolettato sarebbe contenuto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal direttore dell’Agenzia italiana del farmaco Nicola Magrini, che avrebbe inoltre aggiunto: «La strategia che intendiamo adottare è quella di vaccinare con una cadenza di circa 9 mesi tutta la popolazione italiana finché il virus sarà in circolazione».

Si tratta di una notizia falsa.

Nell’intervista del direttore dell’Aifa Nicola Magrini, pubblicata l’8 agosto sul Corriere della Sera, non compare in nessuna parte la dichiarazione «Rendere la popolazione italiana dipendente per sempre dal vaccino». Tra le altre cose, Magrini spiegava invece che «lo scenario ora è decisamente migliore grazie al vaccino e al green pass», ma che bisognerà continuare a «rispettare le regole di igiene e distanziamento». 

Nel tracciare un’ipotesi circa la durata della pandemia, il direttore dell’Aifa non fa alcun riferimento al «per sempre» contenuto nel post, ma sottolinea che «dovremo convivere con questo virus per anni», aggiungendo che «il fatto che la crescita dei contagi, se guardiamo i dati della Gran Bretagna o di Israele, non abbia comportato un aumento dei ricoveri ci porta a vedere positivo».

In riferimento alla durata della campagna vaccinale, Magrini ha aggiunto che il vaccino anti-Covid potrebbe essere somministrato «verosimilmente ogni anno», ma che questa sarà «una decisione collegiale da prendere nei prossimi mesi». In ogni caso, secondo Magrini sarebbe impreciso parlare di “terza dose”, dal momento che «un richiamo anticipato non sarà per tutti, solo per gli immunodepressi come trapiantati, pazienti oncologici o coloro che fanno specifiche terapie immunosoppressive» e che per tutti gli altri «le due dosi già ricevute garantiscono una eccellente protezione».

L’intervista pubblicata dal Corriere della Sera non contiene dunque i virgolettati presenti nel post oggetto della nostra verifica e in nessun caso questi rappresentano una sintesi corretta del pensiero di Magrini.

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