Non è vero che in Italia «si contagiano più i vaccinati dei non vaccinati» - Facta
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Non è vero che in Italia «si contagiano più i vaccinati dei non vaccinati»

Il 10 settembre 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp la richiesta di verificare un articolo pubblicato l’8 settembre 2021 dal Il Paragone  – sito del giornalista e senatore Gianluigi Paragone – e intitolato «Si contagiano più i vaccinati dei non vaccinati: la verità nel bollettino dell’Iss. I numeri». L’articolo si rifà all’analisi pubblicata da Franco Bechis su Il Tempo il 7 settembre 2021 e intitolata «Vaccino, basta con la politica del terrore. Più ci sono vaccinati più saranno loro a contagiarsi». Entrambi gli articoli riportano alcune statistiche dell’Istituto superiore di sanità (Iss) secondo le quali la maggior parte dei contagi e una percentuale significativa di ricoveri e decessi da Covid-19, nella fascia sopra gli 80 anni di età, sono avvenute tra i vaccinati. 

Si tratta di una notizia presentata in modo ambiguo dall’articolo a noi segnalato. Facciamo chiarezza.

I numeri a cui fanno riferimento Il Paragone e Il Tempo sono stati pubblicati il 3 settembre dall’Iss all’interno dell’aggiornamento nazionale sull’epidemia da Covid-19 del 1 settembre 2021 in questa tabella, e riguardano i casi di Covid-19 dei 30 giorni precedenti al rapporto (quindi del mese di agosto 2021). I numeri sono corretti e li ripetiamo: tra gli over 80 il 71,6 per cento delle diagnosi di infezione da Sars-CoV-2, il 58,7 per cento delle ospedalizzazioni, il 46 per cento dei ricoveri in terapia intensiva e il 44,7 per cento dei decessi sono avvenuti in persone vaccinate con ciclo completo. 

Franco Bechis sul Tempo scrive correttamente che queste percentuali non devono spaventare, perché sono dovute semplicemente al fatto che i vaccinati in quella fascia sono moltissimi (il 91 per cento del totale, secondo l’Iss), e siccome il vaccino non ha una protezione perfetta, anche una piccola percentuale di persone su cui il vaccino fallisce, su un numero molto grande di vaccinati, può essere significativo. È evidente ad esempio che, se il 100 per cento della popolazione fosse vaccinato, inevitabilmente tutti i casi di Covid-19 sarebbero tra i vaccinati. Tanto che Bechis conclude «non può diventare un argomento polemico, perché i numeri sono esattamente quelli previsti dagli studi sui vaccini». 

Anche l’articolo de Il Paragone riassume brevemente queste considerazioni, ma si apre con un perentorio «si contagiano più i vaccinati dei non vaccinati» e aggiunge che «l’efficacia del vaccino sembra stia calando e quindi anche tra chi ha la doppia dose il contagio spopola», il che può confondere le idee, dando l’idea che tra i vaccinati il virus infetti una proporzione pari o superiore di persone rispetto ai non vaccinati. Questo è fuorviante.

Lo stesso rapporto dell’Iss calcola il tasso di ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi negli over-80, e mostra chiaramente l’efficacia del vaccino. Riportiamo le parole del rapporto Iss: «Calcolando a partire da questi dati il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni, si riscontra come questo per i non vaccinati sia circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (187,8 vs 21,1 ricoveri per 100.000 abitanti). Analizzando allo stesso modo il numero dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi negli over 80, si osserva che negli ultimi 30 giorni il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben quindici volte più basso dei non vaccinati (1,0 vs 14,6 per 100.000 abitanti) mentre il tasso di decesso è quindici volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (5,3 vs 0,3 per 100.000 abitanti)».

In conclusione, benchè vi sia la possibilità concreta che l’immunità conferita dai vaccini contro la Covid-19 possa calare dopo alcuni mesi – anche se al momento non c’è motivo di allarmarsi – e che quindi la protezione nelle fasce più anziane, vaccinate per prime, stia leggermente diminuendo, non è vero che «si contagiano più i vaccinati dei non vaccinati». Come dice correttamente l’articolo di Bechis e come riporta anche, sia pur ambiguamente, Il Paragone, si tratta semplicemente di quanto atteso statisticamente. 

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