Brunetta ha dichiarato «basta smart working» a giugno 2020, non a febbraio 2021 - Facta
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Brunetta ha dichiarato «basta smart working» a giugno 2020, non a febbraio 2021

Il 16 febbraio 2021 su Facebook è stata pubblicata un’immagine che mostra una foto di Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione per il governo Draghi, accompagnata da una sua presunta dichiarazione, pronunciata il 15 febbraio 2021. Brunetta avrebbe detto: «Basta smart working, i dipendenti pubblici tornino in ufficio». Il riferimento è alle politiche decise dall’ex governo Conte II per incentivare il lavoro da casa nell’ambito delle misure adottate per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

La dichiarazione di Brunetta è reale ma risale a giugno 2020 e non a febbraio 2021. Andiamo con ordine.

Come hanno ricostruito i nostri colleghi di Pagella Politica, il 15 febbraio 2021 il Corriere della sera ha pubblicato un articolo intitolato «Brunetta: basta smart working, i dipendenti pubblici tornino in ufficio». L’articolo del Corriere sosteneva che Brunetta, durante un’intervista a Tgcom24, avesse detto: «Riaprire tutto: i comuni devono funzionare, i tribunali devono funzionare, come funzionano gli ospedali. Non vedo perché se un ospedale funziona, non possa funzionare una scuola, un comune, un ufficio urbanistica, un tribunale. Smettiamola per favore, basta: si torni tutti a lavorare». 

Questo virgolettato è vero, ma è stato rilasciato da Brunetta durante un’intervista a Tgcom24 il 22 giugno 2020 quando non era ancora ministro e la situazione epidemiologica in Italia era molto meno grave di quella attuale. Quel giorno in tutto il Paese erano stati segnalati 218 casi positivi. 

Lo stesso Brunetta, sui propri canali social (qui e qui), ha confermato che la dichiarazione risale a circa 9 mesi fa. Il Corriere della Sera ha successivamente rimosso l’articolo e pubblicato alcune righe di scuse verso i propri lettori, ammettendo che il virgolettato era stato pubblicato «per un disguido» e un «errore».

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