No, la scuola di Abbiategrasso non ha organizzato un corso di hijab - Facta
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No, la scuola di Abbiategrasso non ha organizzato un corso di hijab

Il 15 aprile 2024 è stato pubblicato su TikTok un video contenente una foto creata digitalmente che rappresenta un gruppo di studentesse con indosso un velo che copre loro l’intero volto lasciando liberi solo gli occhi, e la seguente didascalia: «L’Istituto Superiore Vittorio Bachelet di Abbiategrasso: Un Corso di Velo Islamico per le Studentesse Italiane. Integrazione al contrario».

La notizia è falsa. 

L’Istituto Superiore Vittorio Bachelet di Abbiategrasso, a Milano, ha avviato un corso di “Introduzione alla lingua e cultura araba”. Come chiarito a SkyTg24 dal dirigente scolastico dell’Istituto Bachelet Giovanni Ferrario, l’attività in questione è un progetto finalizzato a promuovere l’inclusione. Ferrario ha sottolineato: «Nella nostra scuola non è prevista alcuna prassi interna relativa al velo islamico. Né tantomeno esiste un laboratorio che insegna alle ragazze come indossare lo hijab». Peraltro, precisiamo che il velo indossato dalle studentesse nell’immagine riportata su TikTok non è un hijab, che lascerebbe scoperto il volto, ma un niqab, che copre tutto il volto tranne gli occhi. 

Ferrario ha spiegato che si tratta di un corso di lingua araba che si tiene all’Istituto Bachelet dall’anno scolastico 2021-2022 e che è uno dei 66 progetti extracurriculari varati dal collegio docenti all’inizio dell’anno, che consiste in due lezioni pomeridiane, un’uscita didattica e un momento conviviale. 

Come dichiarato dal dirigente scolastico Giovanni Ferrario, il corso di lingua araba dell’Istituto Bachelet si tiene dall’anno scolastico 2021-2022, ed è uno dei 66 progetti extracurriculari varati dal collegio docenti all’inizio dell’anno, che consiste in due lezioni pomeridiane, un’uscita didattica e un momento conviviale. Commenta in un’intervista a Il Giorno la docente di lingue straniere che ha proposto questo corso all’istituto superiore Bachelet: «In pratica sono le studentesse di madrelingua araba, che frequentano la nostra scuola, soprattutto egiziane e marocchine, che svolgono queste lezioni ai loro coetanei italiani». La docente afferma che il primo anno ci furono 80 partecipazioni di ragazzi di lingua italiana su 1300 studenti.

Ferrario ha inoltre ribadito che l’equivoco relativo allo hijab probabilmente è nato perché «sono state alcune studentesse italiane partecipanti al corso a chiedere alle colleghe di religione musulmana come si indossa questo capo di abbigliamento. Anche un ragazzo ha voluto provarlo. I ragazzi e le ragazze a quest’età sono curiosi per fortuna». Questo non ha destato alcuna reazione negativa nel collegio docenti, in quanto Ferrario sottolinea che l’intento dell’Istituto Bachelet è favorire l’inclusione e accrescere la conoscenza per sviluppare le relazioni tra le persone.  

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