Sì, secondo una recente ricerca esiste un nuovo buco dell’ozono - Facta
TOP

Sì, secondo una recente ricerca esiste un nuovo buco dell’ozono

L’11 luglio 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare un articolo pubblicato su il Fatto Quotidiano il 5 luglio 2022 dal titolo: “Scoperto un nuovo buco nell’ozono, è 7 volte superiore rispetto a quello che sovrasta il Polo Sud”. Secondo l’articolo un team di scienziati, guidati da Qing-Bin Lu, professore di fisica all’Università di Waterloo,  avrebbe individuato un nuovo buco dell’ozono al di sopra delle regioni tropicali.

Si tratta di una notizia vera.

Il 5 luglio 2022 la rivista scientifica American Institute of Physics Advances, che copre tutte le aree delle scienze fisiche applicate, ha pubblicato un articolo scritto da Qing-Bin Lu, professore dell’Università di Waterloo e già conosciuto in passato per le sue ricerche nell’ambito delle scienze della riduzione dell’ozono atmosferico.

La ricerca pubblicata da Qing-Bin Lu rivela l’esistenza di «un ampio buco dell’ozono nella bassa stratosfera, per tutte le stagioni, sopra i tropici». 

Secondo la definizione fornita dalla Nasa, l’ozono è un gas che si trova naturalmente in piccole quantità nella stratosfera e protegge la vita sulla Terra dalle radiazioni ultraviolette del sole. Il buco dell’ozono, invece, è una regione di ozono eccezionalmente ridotto che negli ultimi anni si è registrata nel periodo primaverile dell’emisfero meridionale (da agosto a ottobre circa) nella stratosfera sopra l’Artico.

L’area di estensione del nuovo buco scoperto da Lu sarebbe sette volte più grande rispetto al più noto buco dell’ozono che si trova sopra l’Antartide che si apre ogni anno in primavera e che esiste dagli anni ’80.

Negli anni settanta la comunità scientifica ha scoperto che lo strato di ozono si stava esaurendo e che alcune sostanze chimiche di origine antropica, cioè relative all’attività degli esseri umani, stavano contribuendo alla sua riduzione. In questo senso, nel 1987, nell’ambito delle Nazioni Unite, è stato adottato il protocollo di Montreal, che regolamenta la produzione e il consumo di quasi 100 sostanze chimiche prodotte dall’essere umano.

Nella sua ricerca, il professor Lu ha affermato che l’applicazione del Protocollo di Montreal e delle sue revisioni ha portato alla «diminuzione del livello totale delle sostanze che danneggiano l’ozono». Nonostante il divieto globale e la riduzione dell’utilizzo di determinate sostanze, i buchi dell’ozono già conosciuti, cioè quelli che si trovano sopra l’Antartide, sono stati osservati ancora alla fine degli anni 2000 e nel 2020-2021. Mentre, nel 2022, il gruppo di scienziati guidati da Qing-Bin Lu ha dichiarato l’esistenza di un nuovo buco sopra alle regioni tropicali. 

«Questa scoperta richiede ulteriori studi accurati sulla riduzione dell’ozono, sulla variazione delle radiazioni UV, sull’aumento del rischio di cancro e su altri effetti negativi sulla salute e sugli ecosistemi delle regioni tropicali» ha infine sostenuto Lu. 

Print Friendly, PDF & Email

Ti è piaciuto l'articolo?

Lascia un commento

× WhatsApp