Il 21 novembre 2022 su Facebook è stato pubblicato un post in cui si afferma che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni vorrebbe «togliere i soldi ai poveri e ai lavoratori lei che guadagna 25mila euro al mese. Vergognoso!». Nel testo si legge che Meloni percepirebbe «un doppio stipendio. Sono 216mila da parlamentare e 80mila da premier: totale 296.000 euro all’anno, 25.000 al mese!».
Si tratta di una notizia falsa. Andiamo con ordine.
Giorgia Meloni è stata proclamata deputata il 30 settembre 2022 e nominata dal Presidente della Repubblica presidente del Consiglio dei ministri il 21 ottobre 2022.
Innanzitutto, vediamo quando guadagna un deputato della Repubblica italiana. Come ricostruisce il sito ufficiale della Camera dei deputati, tra indennità parlamentare, diaria e rimborsi per l’esercizio di mandato, per trasporti, viaggi e spese telefoniche può arrivare a ricevere fino a circa 13.500 euro al mese, cioè 162 mila euro all’anno. Precisiamo che queste somme potrebbero comunque subire delle variazioni, ad esempio in base alle assenze del deputato alle assemblee parlamentari.
Inoltre, sul sito della Camera è possibile verificare che Meloni, essendo stata deputata anche nella scorsa legislatura, nella sua ultima dichiarazione dei redditi, cioè quella del 2021 che si riferisce al 2020 come periodo di imposta, ha dichiarato un reddito complessivo lordo di 134.206 euro, di cui quasi 98.500 euro provenienti da redditi di lavoro dipendente e assimilati, cioè dal reddito parlamentare. È possibile osservare che anche nei tre anni precedenti Giorgia Meloni ha dichiarato un reddito lordo intorno ai 100 mila euro.
Passiamo ora al trattamento economico previsto per la carica del presidente del Consiglio dei ministri italiano, che è stabilito dall’art. 2 della legge 212/1952. Su questo aspetto è però necessaria una precisazione importante. Come stabilito dall’art. 3 della legge 54/2013 «i membri del Parlamento, che assumono le funzioni di Presidente del Consiglio dei Ministri […], non possono cumulare il trattamento stipendiale previsto dall’articolo 2 della legge 8 aprile 1952, n. 212, con l’indennità spettante ai parlamentari». È quindi impossibile per legge che Meloni cumuli lo stipendio da Presidente del Consiglio a quello da deputata, come erroneamente scritto nel post oggetto di analisi.
Ad esempio, come si legge sul sito della Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, attuale segretario del Partito democratico, quando è stato a capo dell’esecutivo tra aprile 2013 e febbraio 2014, non ha ricevuto da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri lo stipendio per il «divieto di cumulo del trattamento stipendiale previsto per i Ministri e Sottosegretari di Stato parlamentari con l’indennità spettante corrisposta» dalla Camera o dal Senato. Stesso divieto di cumulo si è applicato a Paolo Gentiloni, quando tra dicembre 2016 e giugno 2018, ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio, in quanto all’epoca era anche un membro della Camera dei Deputati.
Specificato ciò, scopriamo qual è il compenso ricevuto da chi guida un esecutivo in Italia. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, quando è stato presidente del Consiglio e non era né un deputato né un senatore, tra febbraio 2014 e dicembre 2016, ha ricevuto uno stipendio annuo lordo di circa 115 mila euro. Stessa cifra è spettata all’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante il Conte I (quando però, su sua richiesta, l’importo era stato decurtato del 20 per cento). Nel corso del Conte II il trattamento lordo annuo è stato leggermente più basso, intorno ai 110 mila euro (anche in questo caso decurtato del 20 per cento). Anche Conte, in entrambi i casi, non era un membro del Parlamento italiano.
Precisiamo infine che, secondo i calcoli eseguiti da fonti di stampa (qui e qui), lo stipendio netto che guadagnerebbe chi ricopre la carica da presidente del Consiglio si aggira intorno agli 80 mila euro annui.
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