Al Jazeera non ha pubblicato la notizia (infondata) dell’arresto di tre tifosi ucraini in Qatar - Facta
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Al Jazeera non ha pubblicato la notizia (infondata) dell’arresto di tre tifosi ucraini in Qatar

Il 25 novembre 2022 su Twitter è stato pubblicato un video che mostra una presunta notizia data dall’emittente televisiva internazionale Al Jazeera secondo cui, durante il campionato del mondo di calcio in Qatar, sarebbero stati arrestati tre tifosi ucraini. Il motivo del fermo sarebbe nel fatto che i tre avrebbero imbrattato con simboli nazisti la mascotte ufficiale dell’evento in un cartellone pubblicitario affisso a Doha, capitale del Paese. 

Nel video si vede il presunto disegno imbrattato con dei baffi che rimandano a quelli del dittatore nazista Adolf Hitler e il saluto nazista «Sieg Heil».

Il filmato è accompagnato da questo commento, scritto da chi ha pubblicato il tweet: «Tifosi di calcio ucraini ubriachi hanno aggiunto i baffi di Hitler al simbolo della Coppa del Mondo in Qatar, Laib, e hanno scritto “Sieg Heil”. La polizia non ha apprezzato la creatività e sono stati subito arrestati».

Si tratta di un contenuto manipolato e falso. Andiamo con ordine.

La notizia secondo cui tre ucraini sarebbero stati arrestati in Qatar per aver diffuso simboli nazisti durante il campionato mondiale di calcio non trova riscontro in nessuna testata nazione e internazionale.

Inoltre, il giornalista e fact-checker Brecht Castel, analizzando il filmato oggetto di analisi in un thread su Twitter, ha riscontrato che utilizza immagini non collegate all’attuale campionato mondiale di calcio e che sono state manipolate. Ad esempio, una verifica dell’immagine con la mascotte deturpata con simboli nazisti mostra che la scritta «Sieg Heil» sembra essere stata aggiunta in un secondo momento.  

Al Jazeera non ha mai pubblicato il video oggetto di analisi che veicola questa notizia infondata. La stessa emittente il 24 novembre 2022 ha smentito la notizia, avvertendo che si tratta di «un falso filmato».

Infine, come hanno ricostruito i colleghi di Lead Stories, tra i primi a condividere il falso video ci sono stati canali legati alla propaganda russa.

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