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L’Ue non farà pagare ai cittadini «le proprie emissioni di CO2»

L’Ue non farà pagare ai cittadini «le proprie emissioni di CO2»

3 gennaio 2023
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Il 21 dicembre 2022 su Facebook è stato pubblicato un post in cui si afferma che l’Unione europea avrebbe raggiunto «un “accordo” per costringere tutti i cittadini dell’UE a pagare per le proprie emissioni di CO2». Si tratterebbe, si legge ancora nel testo, della «prima fase del sistema personale di “CREDITI al CARBONIO”».

Il contenuto oggetto di analisi veicola una notizia infondata. Vediamo perché.

Lo scorso 17 dicembre gli eurodeputati e gli stati membri dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo per riformare il sistema europeo di scambio delle quote di emissione (Ets). L’Ets è uno strumento, istituito nel 2005 dall’Unione europea, che ha come obiettivo la riduzione in maniera economicamente efficiente delle emissioni di gas a effetto serra e il contrasto al cambiamento climatico. Sancendo il principio secondo cui «chi inquina paga», il sistema ha fissato un prezzo alle emissioni di gas a effetto serra, incentivando le industrie a ridurre le proprie emissioni e a investire in tecnologie rispettose del clima, si legge in un comunicato stampa del Parlamento europeo. 

La riforma dell’Ets annunciata, però, deve essere ancora approvata dal Parlamento europeo.

Si tratta di nuove misure che fanno parte del pacchetto “Fit for 55 in 2030”, cioè il piano dell’Unione europea per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 in linea con la legge europea sul clima. 

I punti di questa riforma possono essere letti qui. Come si può vedere, in nessun caso è previsto che i singoli cittadini paghino per le proprie emissioni inquinanti, come erroneamente scritto nel post oggetto di analisi. Le misure riguardano invece le industrie e le società energetiche europee dei settori compresi nell’Ets. 

Contattato dai colleghi dell’Associated press, Thomas Haahr, portavoce del Parlamento europeo, ha smentito la falsa notizia, confermando che nell’accordo raggiunto «non c’è stata alcuna decisione di istituire un sistema personale di crediti» delle emissioni di carbonio prodotte.

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