No, il British Museum non ha eliminato il termine “mummia” perché «politicamente scorretto» - Facta
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No, il British Museum non ha eliminato il termine “mummia” perché «politicamente scorretto»

Il 31 gennaio 2023 su Facebook è stato pubblicato un post in cui si legge: «Via il termine “mummia” da alcuni musei, come il British Museum di Londra o il National Museum of Scotland di Edimburgo: è offensivo e politicamente scorretto».

Il post è accompagnato da un articolo pubblicato il giorno stesso dal portale Finestre sull’Arte, che spiega come i musei citati abbiano smesso di usare il termine “mummia” perché considerato «offensivo e disumanizzante nei confronti di persone morte» oltre che residuo del «passato coloniale britannico», preferendo invece le formule “persona mummificata” o “resti mummificati”.

Si tratta di un contenuto pubblicato senza il contesto necessario alla sua comprensione, che veicola una notizia falsa.

Innanzitutto, il termine “mummia” identifica un cadavere sfuggito alla decomposizione per cause incidentali o artificiali, ma è più spesso utilizzato per riferirsi ai corpi conservati fino ai giorni nostri attraverso il processo di imbalsamazione

La notizia secondo cui alcuni musei avrebbero bandito l’uso della parola “mummia” perché considerata offensiva è stata diffusa il 21 gennaio scorso dal Daily Mail, un tabloid britannico considerato generalmente inaffidabile e per questo vietato con un voto dei moderatori di Wikipedia, nel 2017, come fonte di riferimento per le voci pubblicate sulla piattaforma. 

La notizia è stata smentita da un portavoce del British Museum, museo di storia umana con sede a Londra, che contattato dai colleghi di Reuters e Usa Today ha spiegato che «il museo non ha vietato l’uso del termine “mummia”, che è ancora in uso nelle nostre gallerie». Secondo il rappresentante del museo, i termini “mummia” e “resti mummificati” sono contemporaneamente utilizzati per descrivere le esposizioni, con il secondo che viene preferito nel caso in cui sia nota l’identità della persona mummificata. La parola “mummia” è attualmente presente anche sul sito web dell’istituzione, in particolare nella pagina dedicata alla mostra “Geroglifici: sbloccare l’antico Egitto” aperta al pubblico fino al 19 febbraio 2023.

La stessa parola è presente anche sul sito web del National Museum of Scotland, citato nel post oggetto della nostra verifica. Un portavoce del museo ha chiarito a Nbc News che non esiste alcun divieto riguardante il termine “mummia”, che non è scorretto ma «disumanizzante», al contrario di “persona mummificata” che «incoraggia i nostri visitatori a pensare all’individuo», ha concluso il portavoce. 

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