No, una donna in Nuova Zelanda non ha perso l'uso di un braccio per un succhiotto - Facta
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No, una donna in Nuova Zelanda non ha perso l’uso di un braccio per un succhiotto

Il 30 giugno 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un post su Facebook pubblicato il giorno prima. Secondo quanto riportato nel contenuto social, «nel 2011 una donna neozelandese di 44 anni ha perso la motilità del braccio sinistro a causa di un ictus», che sarebbe stato provocato da un succhiotto. I medici, notando un succhiotto, ovvero un livido lasciato su una parte del corpo da un bacio prolungato, ormai quasi guarito «hanno identificato danni ad un’arteria principale nel collo e hanno collegato gli stessi alla paralisi», si legge ancora nel post. 

Si tratta di una notizia imprecisa.

Il caso medico è stato descritto dai medici che se ne sono occupati e pubblicato il 26 novembre 2010 in inglese su The New Zealand Medical Journal, rivista dell’Associazione dei medici della Nuova Zelanda e ora di proprietà del gruppo Associazione medica Pasifika (Pmag). Quindi non si tratta di un evento avvenuto nel 2011, come contrariamente affermato nel post oggetto della nostra analisi.

Per quanto riguarda la vicenda, i medici hanno riportato che una donna maori di 44 anni si è presentata al pronto soccorso «24 ore dopo l’improvvisa insorgenza della paresi dell’arto superiore sinistro». La debolezza al braccio era inizialmente lieve e si è verificata mentre la paziente guardava la televisione.

L’esame neurologico aveva rivelato una discreta debolezza nel motoneurone superiore dell’arto superiore sinistro, mentre i risultati di tutti gli altri esami medici erano normali. La donna però presentava una piccola ferita nella parte destra del collo, dovuta a un succhiotto ricevuto alcuni giorni prima. I medici hanno concluso che la paziente soffriva di un trauma contusivo al collo e all’arteria carotidea a causa di un succhiotto. Molto probabilmente, infatti, si è trattato di una lesione della tonaca intima, quindi dei vasi sanguigni, dovuta alla compressione dell’arteria carotidea che ha causato la trombosi e, a sua volta, l’ischemia cerebrale. La donna è stata trattata con l’anticoagulante warfarin, e il coagulo è scomparso nel giro di una settimana, portando a una completa guarigione della paziente.

Come riportato nella rivista, «il trauma contusivo all’arteria carotidea con conseguente trombosi e ictus è considerato un fenomeno raro», e per diagnosticarlo è necessario un alto indice di sospetto. Il medico curante, il dottore Wu, all’epoca aveva dichiarato ai giornali locali che se la donna non fosse stata curata velocemente, avrebbe potuto soffrire di ulteriori ictus.

Nel 2016 ci sarebbe stato un caso simile: un adolescente messicano, infatti, sarebbe morto per un ictus in seguito a un succhiotto. Contatto da Vice Italia, Luciano Crippa, medico presso il servizio di coagulazione ed unità ricerca e trombosi dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha spiegato che il succhiotto di per sé non crea un coagulo, ma un’ecchimosi, ovvero un livido, e se viene fatto sull’arteria o nei pressi dell’arteria può danneggiarla e provocare un ictus. Crippa ha poi aggiunto che ci sono pochissime probabilità che capiti una cosa del genere.

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