Non è vero che l'aumento di CO2 nell'atmosfera potrebbe risolvere la fame nel mondo - Facta
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Non è vero che l’aumento di CO2 nell’atmosfera potrebbe risolvere la fame nel mondo

Il 10 luglio 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un articolo pubblicato tre giorni prima sul sito web MeteoWeb e intitolato “Clima, ‘i numeri dimostrano che l’aumento di CO2 ha impatti positivi, conseguenze disastrose dalla riduzione delle emissioni’”. Nell’articolo si legge di come l’anidride carbonica (CO2), un gas dell’atmosfera terrestre, potrebbe contribuire a porre fine alla fame nel mondo, proteggere gli ecosistemi globali.

Si tratta di una notizia infondata che presenta informazioni fuorvianti e scientificamente prive di riscontro. 

L’articolo oggetto della nostra analisi riporta le parole dell’ingegnere Ron Barmby, pubblicate il 6 luglio 2023 sul sito di notizie statunitense RealClearEnergy.org nell’articolo “How I Learned to Stop Worrying and Love Carbon Dioxide” (in italiano, “Come ho imparato a smettere di preoccuparmi e ad amare la CO2”), in cui l’ingegnere presenta argomenti che mettono in discussione il consenso scientifico sull’origine antropica del cambiamento climatico. Barmby, che si definisce un «eretico del clima» inoltre è autore di un libro negazionista, ovvero nega l’esistenza del cambiamento climatico, intitolato “Sunlight on Climate Change: A Heretic’s Guide to Global Climate Hysteria” (La luce del sole sul cambiamento climatico: una guida eretica al isteria climatica globale). 

La CO2 è importante perché aiuta a trattenere il calore del sole nell’atmosfera terrestre, agendo come una serra per le piante. Tuttavia, quando ci sono troppe emissioni di CO2 nell’aria, come quelle causate dalle attività umane, si crea un effetto serra più forte e la temperatura del nostro pianeta aumenta. Questo è ciò che chiamiamo “cambiamento climatico”, che ha molte implicazioni sulla nostra vita. Può causare eventi meteorologici estremi come forti tempeste, inondazioni e siccità, così come influenzare gli habitat degli animali, la crescita delle piante e persino il livello del mare.

Secondo quanto sostenuto da Barmby, l’aumento dei livelli di CO2 ha portato a un aumento del 10 per cento della vegetazione dal 2000, contribuendo a un miglioramento della crescita delle piante e della produzione alimentare. Secondo l’Agenzia nazionale italiana per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), sebbene livelli elevati di anidride carbonica possano avere un effetto fertilizzante su alcune piante, attribuire l’intero aumento dei raccolti esclusivamente ai livelli di CO2 semplifica eccessivamente i fattori che influenzano la produttività agricola come acqua, suolo e calore.

Inoltre, l’articolo suggerisce che gli sforzi per ridurre le emissioni di CO2 abbiano involontariamente aumentato la ricchezza e l’influenza politica di Paesi come Russia e Cina, compromettendo potenzialmente la pace mondiale. È importante riconoscere che affrontare il cambiamento climatico è un impegno globale che richiede azioni collettive da parte di tutte le nazioni, ma le potenziali conseguenze geopolitiche della dipendenza energetica sono complesse e non possono essere attribuite esclusivamente agli sforzi per ridurre le emissioni di CO2. 

Infine, l’articolo di RealClearEnergy sostiene che il riscaldamento globale è iniziato dal 1998. In realtà, studi scientifici dimostrano che il processo è iniziato ben prima, secondo l’Agenzia aerospaziale Nasa, i primi valori anomali sarebbero stati registrati attorno al 1950. Sebbene possano verificarsi variazioni a breve termine delle temperature a causa di oscillazioni climatiche naturali, la tendenza a lungo termine mostra un chiaro aumento delle temperature medie globali direttamente legato alle attività umane e alle emissioni di gas serra.

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