Non è vero che il vaccino anti-Covid impedisce la riparazione del DNA  - Facta
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Non è vero che il vaccino anti-Covid impedisce la riparazione del DNA 

Il 18 settembre 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un post pubblicato su Facebook una settimana prima. Nel testo si legge che «il vaccino [anti-Covid, ndr], sopprimendo il meccanismo naturale di riparazione del DNA nel corpo – noto come Nhej, o Non-Homologous End Joining – rende le persone altamente suscettibili a mutazioni cancerose devastanti». 

Quanto affermato, si legge ancora, sarebbe stato dimostrato da uno studio scientifico condotto da «scienziati dell’Università di Stoccolma» intitolato “Sars–CoV–2 Spike Impairs DNA Damage Repair and Inhibits V(D)J Recombination In Vitro”, (in italiano: “Sars-CoV-2 Spike compromette la riparazione del DNA e inibisce la ricombinazione V(D)J in vitro”) e pubblicato a ottobre 2021 sulla rivista Viruses.

Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa.

Il contenuto del post in esame è stato pubblicato in origine sul sito Pattoverascienza.com nel 2021 (l’articolo era stato pubblicato nel giugno del 2021 senza alcun riferimento allo studio, ma è stato successivamente aggiornato). Ad una prima occhiata, il sito si presenta come una raccolta di messaggi che circolano sulla Rete, molti dei quali in passato identificati dalla redazione di Facta.news come contenuti di disinformazione. 

Ora veniamo allo studio in analisi. Il paper citato nel post è uno studio reale, realizzato da due scienziati dell’Università di Stoccolma e dell’Università di Umeåe, pubblicato sulla rivista scientifica Viruses a ottobre 2021. Circa un anno più tardi, a maggio 2022, lo studio è stato ritirato da uno degli autori a causa dell’utilizzo di un modello sperimentale errato, che di conseguenza ha portato a ottenere risultati non veritieri.

Nel dettaglio, nel dicembre 2021, due scienziati– Eric O. Freed e Oliver Schildgen, ricercatori rispettivamente del National Cancer Institute (NCI), l’Agenzia statunitense della ricerca sui tumori, e dell’ Institut für Pathologie, l’Istituto per le patologie dell’Università Witten/Herdecke, in Germania – avevano espresso le loro preoccupazioni attraverso una lettera aperta indirizzata agli autori dello studio, nella quale avevano manifestato preoccupazione riguardo ai risultati ottenuti e alla metodologia utilizzata. A seguito di quanto segnalato nella lettera di Freed e Schildgen, si legge in una nota in inglese allegata allo studio originale, che «è stata avviata un’indagine approfondita da parte degli editori responsabili» e che«l’articolo sarà aggiornato e saranno apportate le correzioni necessarie al termine del processo di indagine».

A maggio 2022 gli autori dello studio svedese hanno definitivamente ritirato l’articolo pubblicato, spiegando che, dopo aver revisionato la loro ricerca, hanno trovato «una significativa ambiguità riguardo alla natura delle osservazioni riportate». Di conseguenza, si legge ancora nella nota di ritrattazione, «l’affidabilità dei risultati e delle conclusioni presentate è stata compromessa». Ciò significa, concludono gli autori, che «le affermazioni riguardanti l’effetto della proteina spike sull’immunità adattativa sono fuorvianti» e che «le conclusioni relative alla sicurezza del vaccino non sono validate e mancano di supporto sperimentale».

L’affermazione secondo cui il vaccino anti-Covid impedirebbe la riparazione del DNA è dunque priva di fondamento, al contrario di quanto si legge nel post oggetto della nostra analisi. 

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