No, non dobbiamo preoccuparci del “riso alla plastica” - Facta
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No, non dobbiamo preoccuparci del “riso alla plastica”

Il 18 ottobre 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un articolo intitolato “Non compratelo e non MANGIATELO mai più. Guardate cosa si è scoperto sul riso che mangiamo.” e pubblicato 17 ottobre 2023 sul sito Worldnotix.net. Il contenuto è stato diffuso anche su Facebook lo stesso giorno. 

L’articolo in questione consiglia di consumare riso locale, biologico e certificato evitando l’acquisto di quello di produzione internazionale che potrebbe contenere chicchi in plastica «costituiti da amido di patate e resine industriali». Nello specifico, Worldnotix.net fa riferimento a un presunto riso di origine cinese che tempo fa avrebbe causato «gravi problemi intestinali». Inoltre, sempre secondo quanto si legge nell’articolo, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) avrebbe riconosciuto il riso con la plastica come «un importante rischio per la salute».

Si tratta di un contenuto che veicola una notizia infondata.

Innanzitutto, precisiamo che la presunta notizia del “riso di plastica” di origine cinese era stata oggetto di verifica dal sito di fact-checking statunitense Snopes in un articolo pubblicato il 26 ottobre 2016. Le prove emerse da questa indagine avevano mostrato che si trattava di un’informazione priva di qualsiasi riscontro. L’argomento era tornato virale pochi mesi dopo, quando il 21 dicembre 2016 la BBC aveva pubblicato un articolo intitolato “’Plastic rice’ seized in Nigeria” (in italiano, “Sequestrato in Nigeria il ‘riso di plastica’”). Il 29 dicembre dello stesso anno, però, l’Agenzia nazionale per la somministrazione e il controllo degli alimenti e dei farmaci (Nafdac) del Paese africano aveva chiarito che le analisi effettuate sul riso sequestrato avevano mostrato che i chicchi non erano di plastica, ma che comunque il riso non era idoneo al consumo umano perché non aveva superato diversi test di qualità.

L’articolo di Worldnotix fa poi riferimento all’Efsa, specificando che l’autorità europea avrebbe classificato il riso alla plastica come un pericolo per la salute. Nel 2015 l’Efsa aveva pubblicato un report intitolato “Annual report of the Emerging Risks Exchange Network 2015” (in italiano, “Relazione annuale della Rete di scambio dei rischi emergenti 2015”) che a pagina 20 segnalava la presenza di “voci” provenienti dal Sud-Est asiatico in merito all’esistenza di una tipologia di riso alla plastica. Stando al report, nel 2015 l’Efsa era stata avvisata da un collega del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) sulla presunta commercializzazione in Asia del “riso finto”prodotto con una miscela di patate dolci e plastica. A seguito della diffusione della notizia, l’autorità aveva evidenziato come, nonostante le misure in atto per ridurre il rischio che prodotti contaminati possano entrare nell’Unione Europea, fosse comunque importante considerare possibili rischi legati a Paesi terzi.  

L’International Food Safety Authorities Network (Infosan), una rete globale di autorità nazionali per la sicurezza alimentare creata dalle Nazioni Unite, aveva sollevato dubbi (pagina 27) sulla possibilità di definire adeguatamente il rischio legato al “riso finto” a causa della mancanza di informazioni dettagliate sulla presunta plastica utilizzata nella sua produzione. Eren, network scientifico dell’Efsa dedicato allo scambio di informazioni sui rischi emergenti, aveva comunque consigliato all’autorità europea per la sicurezza alimentare di collaborare con i partner internazionali asiatici e di rimanere in contatto con Infosan per essere informati sugli eventuali sviluppi dell’argomento. 

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare, però, non ha mai ammesso l’esistenza di un “riso alla plastica” proveniente dalla Cina, e nemmeno che questo fosse un rischio per la salute, come sostenuto erroneamente da Worldnotix

Nel 2016, l’ex europarlamentare Mara Bizzotto del partito Lega Salvini Premier, sempre in seguito alle preoccupazioni suscitate dalla presenza di «riso sintetico proveniente dalla Cina», aveva presentato una interrogazione al Parlamento europeo al fine di tutelare il commercio del riso locale. La risposta del Parlamento europeo specificava che non era mai stata segnalata la presenza di questo tipo di prodotto negli Stati membri dell’Unione Europea.

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