Il portafoglio digitale europeo non servirà a controllare i cittadini UE - Facta
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Il portafoglio digitale europeo non servirà a controllare i cittadini UE

Il 15 novembre 2023 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare una video pubblicato il 16 maggio 2023 su TikTok. Il filmato contiene un’immagine in cui si legge che l’«European Digital Identity Wallet» sarebbe «la più grande trappola della storia dell’umanità» perché non permetterebbe di «fare nulla se non sei in ordine, neanche comprarti un caffè». Il suggerimento che viene dato è quindi di «non scaricare l’app».

Il riferimento è all’European Digital Identity Wallet, il portafoglio digitale europeo. Si tratta di uno strumento che si inserisce nella proposta dell’Unione europea di promuovere un’identità digitale per tutti i cittadini degli Stati membri in modo che questi possano dimostrare la propria identità e «condividere documenti elettronici dai loro portafogli di identità digitale semplicemente premendo un tasto sul telefono», come spiegato sul sito della Commissione europea.

Secondo quanto suggerito dal post, invece, l’European Digital Identity Wallet sarebbe in realtà una forma di controllo sui cittadini che, ad esempio, non potranno più fare acquisti quotidiani se non rispetteranno determinate norme e criteri. 

Il contenuto oggetto di analisi è fuorviante e veicola una notizia infondata.

L’obiettivo dell’European Digital Identity Wallet è quello di uniformare le identità digitali utilizzabili dai cittadini per accedere in sicurezza a servizi pubblici e privati su tutto il territorio europeo. Il 1° aprile 2023 è stato lanciato un progetto pilota per testare il futuro portafoglio digitale, che deve comunque essere ancora approvato dal Consiglio e dal Parlamento dell’Unione europea.

Nello specifico, si tratterà di un’app che permetterà ai cittadini o residenti nei Paesi membri dell’Unione europea di autenticarsi con enti pubblici o privati certificando la propria identità senza bisogno di adempimenti burocratici per accedere ai servizi online, condividere documenti digitali o semplicemente dimostrare un dato personale specifico, come l’età, senza rivelare la propria identità completa o altre informazioni personali. Ad esempio, grazie al portafoglio digitale si potrà prenotare online una camera d’albergo dimostrando di avere l’età minima per riservare la stanza, che varia a seconda delle politiche degli alberghi e delle leggi dei singoli Paesi, e fornendo ulteriori informazioni richieste per completare la prenotazione.

Ma questo strumento potrà essere utilizzato anche in altri ambiti, ad esempio per presentare la dichiarazione dei redditi, richiedere certificati medici, noleggiare un’auto utilizzando la patente digitale, aprire un conto bancario o effettuare pagamenti andando a integrare (e non sostituire) le soluzioni offerte dalle banche.

Inoltre, gli utenti potranno decidere se installare o meno questa app, e soprattutto avranno il controllo dei propri dati. Questo significa che potranno decidere quali aspetti relativi all’identità, ai dati e ai certificati condividere con terzi, e potranno anche tenere traccia di tale condivisione, continua la Commissione.

Al fine di escludere qualsiasi possibilità di uso improprio, tracciamento illegale, rintracciamento o intercettazione governativa, si legge ancora sul sito della Commissione europea, il codice sorgente del portafoglio digitale, ovvero il modo in cui il software è stato programmato, sarà pubblicato in open source, dunque accessibile e controllabile da tutti i cittadini, e sarà prevista anche la possibilità di segnalare possibili violazioni della protezione dei dati.

La notizia diffusa sui social media secondo cui questo strumento digitale sarebbe una forma di controllo degli Stati o delle istituzioni europee sui cittadini è dunque priva di qualsiasi riscontro.

Su Facta ci eravamo già occupati di un caso di disinformazione sul portafoglio digitale.

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