Sì, l’agrifoglio ha le spine per difendersi dagli erbivori - Facta
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Sì, l’agrifoglio ha le spine per difendersi dagli erbivori

Il 13 gennaio 2024 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di pubblicare un post pubblicato 4 giorni prima su Facebook secondo cui l’agrifoglio ilex «attiva i geni» per rendere le proprie foglie «spinose quando ricrescono» perché altrimenti vengono rosicchiate dai cervi. Sugli alberi di agrifoglio più alti, si legge ancora, «le foglie superiori (che sono fuori portata) hanno bordi lisci, mentre le foglie inferiori sono spinose».

Si tratta di una notizia vera.

L’agrifoglio, conosciuto con il nome scientifico Ilex aquifolium, è una pianta rustica e sempreverde nativa dell’Europa, dell’Asia occidentale e del Nord Africa. Questo vegetale può essere ad arbusto o ad albero, e ha un’altezza variabile tra i 3 e i 10 metri. Si tratta di una specie dioica, ovvero presenta fiori maschili e femminili su piante separate, e su queste ultime nascono i frutti, delle drupe di colore rosso vivo/blu. 

Secondo le informazioni raccolte da Facta dopo aver consultato fonti accademiche, la presenza o meno di spine dipende dalla varietà di Ilex aquifolium. Dunque esistono specie con foglie spinose, non spinose, ma anche con foglie verdi e con foglie diversamente colorate. Alcune piante però presentano eterofillia, dunque le foglie di una stessa pianta sono di forma diversa, fenomeno che deriva da un processo selettivo di difesa dall’attacco di erbivori che ha richiesto migliaia di anni. Solitamente le foglie spinose si trovano nella parte più bassa della pianta, anche se la forma e la quantità di queste foglie differenti variano notevolmente.

Secondo una ricerca pubblicata nel 2012 sulla rivista di botanica della Linnean Society, e ripresa in un articolo dal National Geographic, esiste una connessione tra il brucare degli erbivori, la plasticità fenotipica e le modificazioni epigenetiche delle piante. 

Il gruppo di ricercatori, esaminando il DNA di 39 alberi che presentavano eterofillia, ha scoperto tracce di metilazione, ovvero quel processo chimico per cui un particolare gruppo di atomi chiamato metile si attacca al DNA modificandolo, ma senza alterare la sequenza genetica. Questa modifica sul DNA determina un cambiamento del fenotipo, ovvero dell’insieme di caratteri fisici e comportamentali. 

«L’eterofillia è una caratteristica evidente di una specie ben nota, e finora è stata attribuita al brucare degli animali. Tuttavia, fino a questo momento nessuno è stato in grado di spiegare come questo avvenga», aveva dichiarato all’epoca Mike Fay, ex direttore della rivista di botanica in questione, al National Geographic. «Ciò che abbiamo scoperto», ha aggiunto Fay «è che il DNA delle foglie spinose era significativamente meno metilato rispetto alle foglie lisce, e da questo abbiamo dedotto che la metilazione è responsabile dei cambiamenti della forma delle foglie».

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