Il 13 gennaio 2024 è stato pubblicato su Facebook un post in cui si legge che «l’ufficio stampa del World Economic Forum» avrebbe «diramato la notizia che il 17 gennaio al WEF di Davos si terrà una conferenza il cui tema sarà un misterioso “morbo X” che risulterà 20 volte più fatale della pandemia Covid». Il titolo di questo panel, si legge ancora, sarebbe «Prepararsi alla malattia X». L’autore del post sostiene che da questa presunta notizia emergerebbe che «il WEF è l’OMS si stanno preparando per una nuova pandemia 20 volte più devastante del Covid».
Si tratta di un contenuto presentato senza il contesto necessario alla sua comprensione, che veicola una notizia infondata.
Il 17 gennaio 2024, durante il 54esimo meeting annuale organizzato dal World Economic Forum (WEF) tenutosi dal 15 al 19 gennaio a Davos, in Svizzera, si è svolto un panel intitolato “Preparing for Disease X” (in italiano, “Prepararsi alla malattia X”), dove tra i partecipanti, oltre a un gruppo di esperti sanitari, era presente anche Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Come si legge nella descrizione dell’evento, l’incontro si è focalizzato sugli sforzi necessari per preparare i sistemi sanitari all’arrivo di un ipotetico agente patogeno, denominato “Malattia X”, all’origine di nuove possibili epidemie e pandemie.
Nel 2017 l’OMS ha elaborato un elenco di agenti patogeni che rappresentano il maggior rischio per la salute pubblica a causa del loro potenziale epidemico, a cui è necessario dare priorità nella ricerca e nello sviluppo a livello globale per avere adeguati strumenti di contrasto come vaccini, test e trattamenti.
L’anno successivo, nel 2018, a questo elenco – che attualmente comprende ad esempio Covid-19, Zika, Mers, Sars ed Ebola – è stata aggiunta la cosiddetta “Malattia X”. Come spiega la stessa agenzia delle Nazioni Unite per le questioni sanitarie, questo termine «rappresenta la consapevolezza che una grave epidemia internazionale potrebbe essere causata da un agente patogeno attualmente sconosciuto». «Il piano di ricerca e sviluppo», continua l’OMS, «mira esplicitamente a consentire una preparazione precoce e trasversale in materia di ricerca e sviluppo che sia rilevante anche per una “malattia X” sconosciuta».
Durante il panel a Davos, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato infatti che «la Covid-19 è stata la prima malattia X, ma può succedere ancora. Abbiamo usato la terminologia la prima volta nel 2018. Tutti gli anni l’OMS stila una lista delle malattie emergenti. Abbiamo inserito Mers, Zika ed Ebola. Ma abbiamo detto anche che ci sono cose che potrebbero succedere e che oggi non conosciamo. Gli abbiamo dato il nome di “malattia X”». Ghebreyesus ha aggiunto che l’obiettivo non è quello di creare panico, ma piuttosto di prepararsi meglio alla possibilità di nuove malattie emergenti.
La “malattia X” quindi non è una malattia reale, ma rappresenta un ipotetico e variabile agente patogeno che un giorno potrebbe causare un’epidemia o una pandemia. Per questo motivo l’OMS ha sottolineato l’importanza di rafforzare i sistemi sanitari e fornire, attraverso adeguati investimenti nella ricerca scientifica, strumenti di contrasto.