Questo grafico non smentisce le cause antropiche del riscaldamento globale - Facta
TOP

Questo grafico non smentisce le cause antropiche del riscaldamento globale


Il 3 luglio 2024 è stato pubblicato su X un grafico che mostra la temperatura globale dal 1810 al 1880. L’immagine è accompagnata da un commento dell’autore del post, che afferma: «Ma se in 70 anni, dal 1813 al 1882, quando l’uomo scaricava in atmosfera zero CO2, la TGm [ndr, temperatura globale media] è salita di più di 1 °C, mi volete spiegare come si sono inventati che lo stesso aumento di TGm degli ultimi 100 anni dipende dalla CO2 umana? Chi è che scaldava prima la terra, Mandrake?».

Si tratta di un contenuto privo di fondamento scientifico.

Innanzitutto, il grafico riportato nel post è stato tratto dal sito del 2 Degree Institute, un’organizzazione canadese che mette a disposizione diversi dati sul cambiamento climatico con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica.

Come si può vedere sulla homepage di questo sito, l’immagine originale è un grafico interattivo dell’andamento dell’anomalia termica globale che copre un periodo molto più lungo di quello mostrato nel post oggetto di analisi. Il grafico parte infatti dall’anno 1000 e arriva fino ai nostri giorni e non rappresenta la temperatura globale media, ma la sua anomalia, cioè la variazione rispetto al valore medio del trentennio 1951-1980.

Sul sito viene specificata la provenienza dei dati: per il periodo successivo al 1880, la fonte è il database delle temperature strumentali del Goddard Institute for Space Studies della NASA. Si tratta di uno dei sei dataset che raccolgono le misurazioni delle temperatura da migliaia di stazioni su tutto il pianeta, sia a terra che in mare. Tra questi, il dataset della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e quello dell’organizzazione Berkeley Earth partono dal 1850. 

Per il periodo precedente sono disponibili archivi locali, come la serie delle temperature mensili dell’Inghilterra Centrale che parte dal 1659 e diversi indicatori ambientali da cui è possibile ricavare informazioni sulle temperature e il clima di epoche molto remote (tra questi ci sono sedimenti marini e lacustri, campioni di ghiaccio e gli anelli di accrescimenti degli alberi).

Nell’esaminare il grafico di cui stiamo parlando è bene perciò considerare che fino al 1880 si stanno osservando temperature annuali ricostruite, mentre dal 1880 a oggi vengono riportate temperature mensili registrate. 

Estrapolare una finestra temporale di alcuni decenni, come ha fatto l’autore del post su X, non è corretto perché dà una rappresentazione ingannevole della storia climatica. 

Se si osserva il grafico nella sua interezza si può notare, infatti, che il periodo selezionato dall’autore non rappresenta, da solo, una tendenza di lungo periodo nel contesto dell’andamento della temperatura globale degli ultimi secoli, rispetto al periodo di riferimento. Lo stesso si potrebbe affermare anche di altre finestre temporali precedenti.

Al contrario, il grafico originale evidenzia con chiarezza la tendenza all’aumento della temperatura globale iniziata nel corso del ‘900, rispetto al periodo usato come riferimento. Ciò è avvenuto in particolare dalla seconda metà del secolo, proprio in seguito all’impennata delle emissioni di gas serra causate dai combustibili fossili.

Nel riquadro rosso del grafico originale è evidenziato il periodo a cui si riferisce l’autore del post che stiamo analizzando:

L’eccezionalità del riscaldamento recente emerge da diversi studi che hanno ricostruito le temperature degli ultimi due millenni, come quello pubblicato nel 2019 sulla rivista Nature Geoscience dal consorzio PAGES2K. Gli autori scrivono che «le maggiori tendenze al riscaldamento su scale temporali di 20 anni e più si verificano durante la seconda metà del XX secolo, evidenziando il carattere insolito del riscaldamento negli ultimi decenni».

È falso perciò affermare che la temperatura globale sia aumentata di più di un grado centigrado già nel XIX secolo. L’aumento di 1.1-1.2 gradi, che misuriamo oggi, è avvenuto rispetto al periodo pre-industriale.

Sebbene non ci sia una definizione formale di “periodo pre-industriale”, si usano in genere come riferimento gli anni tra il 1850 e il 1900, perché anche se la Rivoluzione Industriale è iniziata prima, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, per la seconda metà del XIX secolo, come abbiamo ricordato, si hanno a disposizione temperature registrate sufficientemente rappresentative a livello globale. 

Con l’industrializzazione gli esseri umani hanno iniziato a bruciare quantità crescenti di carbone, e poi altri combustibili fossili, emettendo CO2 nell’atmosfera. Non è esatto affermare, come fa l’autore del post oggetto di analisi, che nel corso del XIX secolo «l’uomo scaricava in atmosfera zero CO2», tuttavia è vero che le emissioni annuali in quel periodo erano ancora molto piccole rispetto a quelle della seconda metà del XX secolo. 

Riguardo alla domanda fatta dall’autore del post («chi è che scaldava prima la terra?»), va ricordato che il clima può cambiare in risposta a diversi fattori interni ed esterni. I primi sono legati a processi del sistema climatico determinati dalle sue diverse componenti e dalle loro interazioni, come l’atmosfera e gli oceani. Un esempio, è il fenomeno chiamato El Niño

Tra i fattori esterni che influenzano il clima della Terra ci sono l’energia che proviene dal Sole, i processi vulcanici e i cambiamenti della composizione dell’atmosfera, come l’aumento della concentrazione di CO2

Il clima varia dunque a causa di diversi fattori e su diverse scale temporali. Perciò anche in una tendenza climatica di lungo periodo, come quella rappresentata dall’attuale riscaldamento globale, si verificano fluttuazioni da un anno all’altro.

Per esempio, sappiamo da diversi dati e studi che i primi decenni del XIX secolo sono stati un periodo climatico relativamente freddo, caratterizzato da una diminuzione dell’attività solare e da alcune eruzioni vulcaniche che hanno contribuito ad abbassare la temperatura. 

Questo periodo è coinciso con la fine della cosiddetta “Piccola Era Glaciale”. Come osservano gli autori di uno studio, «l’aumento della temperatura globale iniziato alla fine degli anni ’30 del XIX secolo riflette principalmente il recupero del sistema climatico globale da una sequenza di eruzioni, con forse un contributo minore da parte dei gas serra di origine antropica. Un’ulteriore pronunciata variabilità climatica interna ha poi catapultato il clima globale fuori dalla Piccola Era Glaciale e in una prima fase calda, il riscaldamento dell’inizio del XX secolo».

Dalla seconda metà del XIX secolo, la concentrazione atmosferica di CO2 ha iniziato ad aumentare sempre di più a causa delle attività umane e nel corso del XX secolo è diventata il fattore prevalente nell’influenzare il clima nel lungo termine.

Print Friendly, PDF & Email

Ti è piaciuto l'articolo?

Lascia un commento

× WhatsApp