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Le siccità degli anni ‘30 negli Stati Uniti non smentiscono il cambiamento climatico

Le siccità degli anni ‘30 negli Stati Uniti non smentiscono il cambiamento climatico

3 settembre 2024
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Il 31 agosto 2024 l’account  X “Critica Climatica” ha pubblicato due mappe che rappresenterebbero il livello di siccità negli Stati Uniti in due anni, il 1934 e il 2024. Le immagini sono accompagnate da un commento dell’autore: «Novanta anni fa, l’80% degli USA stava attraversando una siccità grave o estrema. Ma ora che i livelli di CO2 sono molto aumentati, meno del 5% degli USA sta attraversando una siccità grave o estrema». L’autore chiede quindi a chi parla di cambiamento climatico quale sia la spiegazione di ciò che riporta.

Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia senza fondamento scientifico.

Innanzitutto, bisogna precisare che le due immagini sono state effettivamente ricavate da una sezione del sito dei National Centers for Environmental Information (NCEI), all’interno della quale è possibile consultare le mappe che riportano alcuni indici che misurano i livelli di siccità negli Stati Uniti dal 1900 ad oggi.

NCEI è una struttura gestita dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), un’agenzia scientifica del governo degli Stati Uniti che riconosce l’esistenza di un consenso scientifico sul riscaldamento globale antropico.

Riguardo alla tesi veicolata dall’autore del post che stiamo analizzando, va ricordato che nel corso degli anni ‘30 negli Stati Uniti si verificarono intense ondate di calore e siccità. In alcune località le temperature massime furono particolarmente elevate e toccarono valori confrontabili con quelli che si sono registrati in anni recenti. Gli Stati colpiti da questi fenomeni furono quelli delle regioni delle Grandi Pianure, del Midwest e dei Grandi Laghi.

Questi eventi sono stati più volte invocati dai negazionisti climatici per affermare che non ci sia nulla di anomalo nel caldo che si sperimenta oggi e, quindi, per contestare la realtà stessa del cambiamento climatico. Chi sostiene questa tesi omette di specificare il contesto in cui quelle ondate di calore e quelle siccità si originarono.

Le siccità americane degli anni ‘30 furono associate a tempeste di sabbia e polvere, passate alla storia come Dust Bowl (letteralmente: “conca di polvere”). Come hanno ricostruito alcuni studi, a determinare il loro sviluppo furono probabilmente variazioni delle temperature superficiali delle acque dell’oceano Pacifico tropicale e dell’oceano Atlantico. Le siccità furono, tuttavia, esacerbate dal diffuso impiego di pratiche agricole scorrette che causarono una grave erosione dei suoli. 

La mancanza di adeguati piani contro la siccità e di misure di controllo dell’erosione portò alla perdita su vasta scala dei raccolti agricoli. I terreni, esposti all’azione del vento, innescarono e alimentarono le tempeste di sabbia. La quasi totale scomparsa della copertura vegetale contribuì anche ad aumentare le temperature locali. Perciò si può affermare che le siccità degli anni ‘30 negli Stati Uniti furono l’effetto di una combinazione di fattori naturali e antropici.

Oltre a essere il risultato di alcune particolari condizioni, il caldo e le siccità degli anni ‘30 negli Stati Uniti non possono essere invocati per smentire ciò che si sta verificando oggi sull’intero pianeta (si tratta di un esempio di “cherry-picking”). Ciò che accade in una specifica area geografica non è necessariamente rappresentativo di una tendenza climatica globale. Inoltre, la scienza del cambiamento climatico non afferma l’impossibilità che alcuni eventi meteo-climatici estremi si siano verificati in passato, ma che questi aumentano di intensità e di frequenza a causa delle emissioni antropiche di gas serra.

I dati indicano che anche negli Stati Uniti, come sul resto del pianeta, le temperature stanno aumentando. Le stagioni estive sono oggi più calde anche in questo Paese e una mega-siccità ha colpito gli Stati sud-occidentali. La Terra, inoltre, è nel complesso oggi più calda di quanto fosse negli anni ‘30. Come ha scritto il meteorologo Scott Duncan,«nel 1936, abbiamo osservato una chiazza calda su un pianeta relativamente freddo. Oggi, abbiamo una chiazza calda su un pianeta caldo».

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