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L’Unione europea non vuole vietare la produzione di cotone

L’Unione europea non vuole vietare la produzione di cotone

14 gennaio 2025
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  • Circola online una notizia secondo cui l’Unione europea renderà illegale il cotone entro il 2030.
  • L’Unione europea a marzo 2022 ha pubblicato una direttiva secondo cui i prodotti tessili immessi sul mercato dovranno essere durevoli e riciclabili.
  • Finora non è stato emesso alcun divieto sul cotone.

L’8 gennaio 2025 è stato pubblicato un post su X secondo cui il cotone verrà reso «illegale in Europa entro il 2030». Chi pubblica commenta dicendo che il prossimo step dell’Europa sarà «distruggere il tessile».

La notizia è falsa. 

Il 6 gennaio 2025 la testata Ticino Online ha pubblicato un articolo dal titolo “La normativa europea che renderà ‘illegale’ l’abbigliamento in cotone”. Nell’articolo, si legge che, per raggiungere l’obiettivo della «neutralità climatica», l’Unione europea sta adottando pacchetti di strategie specifiche. Tra le varie misure, scrive Ticino Online, è previsto che «entro il 2030 tutti i prodotti tessili immessi sul mercato» dovranno essere «durevoli e riciclabili, in larga misura costituiti da fibre riciclate, privi di sostanze pericolose e prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell’ambiente».

Secondo Tobias Herzog, amministratore delegato dell’azienda di consulenza ingegneristica Tailorlux sentito da Ticino Online, «solo il 20 per cento degli indumenti di cotone potrà essere riciclato senza compromettere “il comfort dei nuovi prodotti”». Questo, sempre secondo Hezorg, porterà alla scomparsa dell’utilizzo del cotone nell’industria addirittura «entro il 2030». 

In nessun punto dell’articolo si legge che l’Unione europea ha intenzione di rendere illegale il cotone, a differenza di quanto sostenuto nel titolo. 

La direttiva europea citata dall’articolo, secondo la quale i prodotti tessili immessi sul mercato dovranno essere durevoli e riciclabili, fa parte della “Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari”, pubblicata il 30 marzo 2022 dalla Commissione europea. 

Il documento delinea una serie di misure che riguardano in particolar modo la necessità di rendere l’industria tessile sostenibile e circolare, come spiegato in un articolo di approfondimento da LifeGate. La direttiva non contiene dunque un bando all’utilizzo del cotone. 

Come si legge sul sito del Parlamento europeo, per ridurre l’impatto della fast fashion «l’UE intende ridurre gli sprechi tessili, aumentando il ciclo di vita e il riciclo dei tessuti come parte integrante del piano per raggiungere un’economia circolare entro il 2050». L’Unione europea non si è finora mai espressa circa la possibilità di implementare un divieto del cotone. 

Non è stato possibile verificare in maniera indipendente l’affermazione di Tobias Herzog. Tuttavia, il dato secondo cui «solo il 20 per cento degli indumenti di cotone» potrebbe essere riciclato senza compromettere «il comfort dei nuovi prodotti» sembra provenire da un articolo del 2015 pubblicato sul sito di notizie Quartz, secondo cui l’azienda di abbigliamento Levi’s riusciva ad utilizzare solo fino al 20 per cento di cotone riciclato in un indumento prima che questo non soddisfasse più gli standard di qualità. Tuttavia, precisiamo che stando ad un report di Levi’s, nel 2020 l’83 per cento del cotone usato nei prodotti dell’azienda proveniva da fonti «più sostenibili», tra cui il cotone biologico e il cotone riciclato.

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