- A fine marzo è stata diffusa su X una tesi secondo cui George Floyd – l’afroamericano ucciso il 25 maggio 2020 durante un violento arresto da parte della polizia di Minneapolis – è in realtà vivo e si troverebbe a combattere contro l’esercito ucraino. La prova sarebbe in una foto di un soldato nero con lo stemma russa sulla mimetica che avrebbe una forte somiglianza con il cittadino americano morto cinque anni fa.
- La notizia è totalmente infondata.
- George Floyd è morto a maggio 2020, come dimostrano video e l’autopsia.
Il 24 marzo 2025 è stato condiviso su X un presunto servizio televisivo in cui un giornalista mette a confronto il volto di un soldato nero con elmetto e divisa militare con stemma della Russia, e quello di George Floyd – l’afroamericano ucciso il 25 maggio 2020 durante un violento arresto da parte della polizia di Minneapolis.
Secondo la descrizione che accompagna il video, «la TV araba sta seguendo la sorte del redivivo George Floyd, che 5 anni fa fece tanto rumore negli Stati Uniti, poi presumibilmente morì, e ora ricompare nei pressi di Kursk nelle unità d’assalto dell’esercito russo».
Si tratta di un contenuto fuorviante che diffonde una notizia falsa.
La clip originale è stata trasmessa dall’emittente televisiva saudita Al Arabiya il 21 marzo 2025 (qui il video condiviso sui canali social dell’emittente). Ascoltando il servizio integrale (la redazione di Facta ha tradotto l’audio con un software di traduzione), si sente il giornalista affermare in arabo che, «secondo alcuni media, George Floyd è tornato in vita e sta combattendo con le forze russe a Kursk». La somiglianza tra il presunto George Floyd (ovvero il soldato con l’elmetto, ndr) e quello vero, sostiene ancora il giornalista, è molto forte. «Molti hanno parlato di lui come di un agente russo che ha contribuito alla destabilizzazione della situazione in America, che ora è tornato in Russia e sta combattendo. Dopo aver verificato, abbiamo scoperto che non c’è alcun collegamento tra i due», conclude il giornalista.
Dunque, l’emittente televisiva Al Arabiya ha affermato in realtà che è falso sostenere che George Floyd sia vivo e che stia combattendo nella regione russa di Kursk, al confine con l’Ucraina, per arrestare l’offensiva militare lanciata a sorpresa ad agosto 2024 dall’esercito ucraino.
In base a una ricerca inversa per immagini, la foto del soldato nero con uno stemma russo sulla mimetica risulta essere iniziata a circolare su X poco prima della metà di marzo 2025. Questo scatto è stato usato in diversi modi: per ironizzare sulle truppe nordcoreane nell’esercito russo o anche per sostenere la presenza di mercenari tra le fila delle forze armate del Cremlino impegnate nella guerra in Ucraina. In altri casi, la foto è stata utilizzata da un sito di news in Portogallo per accompagnare la notizia dell’inizio del ritiro delle truppe ucraine dal Kursk, parzialmente controllata da Kiev dall’agosto 2024. Successivamente, l’immagine è stata utilizzata sui social per diffondere la teoria cospirativa infondata su George Floyd.
La redazione di Facta non è riuscita a identificare l’esatto contesto e la data della foto in questione. Open è risalito a un articolo di un sito in lingua russa dove si legge che l’uomo in foto si chiamerebbe Adam Mohammad Bakur Mohammad Ibrahim e proverrebbe dalla Nigeria. Si sarebbe arruolato con l’esercito russo nel 2023 e combatterebbe in un’unità costituita da volontari provenienti da diversi Paesi. I colleghi fact-checker hanno inoltre trovato un video pubblicato su X dove il soldato nero ritratto in foto smentisce in prima persona di essere George Floyd. Non esistono comunque finora verifiche indipendenti sull’identità dell’uomo e sulla veridicità di queste informazioni.
Ricordiamo che Floyd è stato ucciso a maggio 2020 dalla polizia di Minneapolis dopo essere stato fermato per aver comprato un pacco di sigarette con una banconota da 20 dollari contraffatta. Per arrestare l’uomo, gli agenti hanno compiuto una serie di azioni (riprese dalle videocamera di sicurezza dei negozi e dalle bodycam degli stessi agenti) che violavano le politiche del dipartimento di Polizia e che sono risultate fatali, lasciando Floyd incapace di respirare. Come dimostra il referto dell’autopsia, rilasciato il 25 maggio 2020 dalla Contea di Hennepin, nel Minnesota, Floyd è morto dopo che il suo cuore e i suoi polmoni hanno smesso di funzionare mentre veniva trattenuto e compresso dagli agenti di polizia.
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