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No, la Nasa non ritiene che i «cambiamenti nell’orbita solare» siano l’unica causa del cambiamento climatico

No, la Nasa non ritiene che i «cambiamenti nell’orbita solare» siano l’unica causa del cambiamento climatico

5 luglio 2022
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Il 5 luglio 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni presentate in un articolo pubblicato sul sito Attività solare il 3 luglio 2022. Viene riportato un testo del 30 agosto 2019 firmato da Ethan Huff, secondo cui «la Nasa ammette: il cambiamento climatico si verifica a causa dei cambiamenti nell’orbita solare terrestre e non a causa dei combustibili fossili». L’articolo fa anche riferimento al fatto che la verità sul cambiamento climatico «è molto più in linea con quanto proposto dall’astrofisico serbo Milutin Milankovitch, da cui prende il nome la teoria del clima di Milankovitch». La teoria collega le variazioni cicliche dei parametri orbitali della Terra ai cambiamenti del clima. 

Si tratta di una notizia falsa, la Nasa non ha mai rilasciato simili dichiarazioni. Andiamo con ordine.

Partiamo dalla fonte. Secondo Health Feedback, rete di scienziati che si occupa di distinguere fatti e finzione in ambito medico-sanitario, Ethan Huff è un autore che in passato ha pubblicato più volte contenuti non corretti o inaccurati. Inoltre, l’articolo di Huff riportato da Attività Solare è stato pubblicato su Natural News, sito che, sempre secondo Health Feedback, diffonde disinformazione.

Passiamo al contenuto dell’articolo oggetto di analisi. In un articolo pubblicato il 6 settembre 2019, la Nasa ha sostenuto il contrario di quanto affermato nell’articolo oggetto di analisi. Secondo quanto riportato dall’agenzia governativa americana, «il riscaldamento a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni è troppo rapido per essere legato a cambiamenti dell’orbita terrestre e troppo grande per essere causato dall’attività solare». Nello stesso articolo la Nasa ha precisato come la comunità scientifica ha espresso consenso nel sostenere che l’attività solare svolge solo «un ruolo molto limitato nel clima della Terra», sottolineando che «il riscaldamento dovuto all’aumento dei livelli di gas serra prodotti dall’uomo è in realtà molto più forte di qualsiasi effetto dovuto alle recenti variazioni dell’attività solare».

Inoltre, in un approfondimento dedicato alle prove scientifiche che riguardano il cambiamento climatico, la Nasa ha riportato che «l’attuale tendenza al riscaldamento è significativa perché è inequivocabilmente il risultato dell’attività umana a partire dalla metà del XX secolo e procede a un ritmo che non ha precedenti nei millenni».

Anche in uno dei capitoli del Sesto Rapporto di Valutazione dell’Ipcc, gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, è confermato che diverse prove «stabiliscono inequivocabilmente il ruolo dominante delle attività umane nella crescita della CO2 atmosferica». Ma non solo: secondo la Commissione europea attività antropiche come «la combustione di combustibili fossili, l’abbattimento delle foreste e l’allevamento di bestiame» influenzano sempre più il clima e la temperatura terrestre. Mentre uno studio pubblicato su Science conferma che «l’effetto serra si è già affermato al di sopra del livello della variabilità naturale nel sistema climatico».

In aggiunta, l’articolo in analisi ha menzionato la teoria di  Milankovitch, una teoria matematica del clima basata sulle variazioni stagionali e latitudinali della radiazione solare ricevute dalla Terra, come ha spiegato l’Earth observatory della Nasa. 

In un articolo di Snopes, sito statunitense che si occupa di fact-checking, è stato spiegato che i cicli di Milankovitch descrivono effettivamente «tre variazioni periodiche nel modo in cui la Terra ruota intorno al Sole», ma non possono affrontare i rapidi aumenti di temperatura a cui si assiste attualmente su scala umana. «I cambiamenti orbitali sono del tutto microscopici su scale inferiori a diverse migliaia di anni» ha dichiarato ai colleghi di Afp Shaun Lovejoy, professore di fisica alla McGill University. Secondo l’esperto tali cambiamenti potrebbero portare, nell’arco di cento mila anni, a un cambiamento di temperatura di 2°C, mentre al momento la terra si trova di fronte a un cambiamento di 1,1°C avvenuto in 100 anni, quindi circa 500 volte più veloce. 

Su Facta avevamo già affrontato questo argomento e altre questioni legate al riscaldamento globale qui e qui.

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