Il 15 novembre 2023 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un messaggio pubblicato 4 giorni prima su Telegram. Nel testo del messaggio si legge che il World Economic Forum (WEF), le Nazioni Unite e l’Unione europea vorrebbero «eliminare» l’anidride carbonica (CO2) «mettendo a rischio la vita di piante, animali e uomini». Secondo quanto sostenuto nel messaggio, la CO₂ è «solo lo 0,04 per cento dell’aria che respiriamo», e di questo valore solo il 3 per cento è imputabile ad «attività umane». Il messaggio termina sostenendo che «i globalisti di Davos hanno realizzato impianti per la cattura del carbonio» atmosferico in grado di «rimuovere 5 milioni di tonnellate di CO2 dall’atmosfera ogni anno». Lo stesso contenuto è stato diffuso anche su Facebook.
Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa.
Innanzitutto, come riportato dall’Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche statunitense (Nasa), l’atmosfera terrestre, ovvero l’involucro di gas che circonda il pianeta Terra, è composta da azoto per il 78 per cento, da ossigeno per il 21 per cento, da argon per lo 0,9 per cento e da anidride carbonica (CO₂) per lo 0,04 per cento. La percentuale rimanente è un mix di gas fatta di valori ancora più piccoli.
La percentuale citata nel post oggetto di analisi è corretta, ma è presentata in maniera fuorviante. Come ha infatti spiegato Grant Petty, professore all’Università del Wisconsin-Madison e autore di due libri sulla fisica atmosferica, ai fact-checker statunitensi di Usa Today, nel contesto del cambiamento climatico la percentuale di CO₂ nell’atmosfera è meno rilevante della quantità totale di CO₂. Questo perché, ha specificato ancora l’esperto, le molecole di CO₂ atmosferiche intrappolano il calore nell’atmosfera intercettando l’energia rilasciata dalla superficie terrestre. Queste molecole poi riemettono l’energia, ma alcune la rimandano verso la Terra invece di mandarla nello spazio. Quindi, più molecole di CO₂ ci sono nell’atmosfera, maggiore sarà l’intrappolamento del calore.
Il Massachusetts Institute of Technology (MIT), una delle più importanti università di ricerca del mondo, ha documentato che dal 1750 a oggi si è passati dallo 0,028 per cento di CO₂ allo 0,042 per cento, il che si traduce, in proporzione, in un incremento di miliardi di tonnellate di CO₂. In questo lasso di tempo si è registrato dunque un aumento del 50 per cento dovuto alle attività umane, spiega ancora il MIT. Un dato confermato anche dal National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), agenzia climatica statunitense che si occupa di monitoraggio del clima. Il Noaa scrive infatti che il delicato equilibrio tra anidride carbonica prodotta e assorbita dalla natura è stato stravolto dalle emissioni prodotte dall’uomo, causando un aumento generale della temperatura mondiale con tutte le conseguenze del caso sulla fauna, sul meteo e sull’ambiente. È dunque falso affermare che l’uomo ha contribuito al 3 per cento dello 0,04 per cento della CO₂ contenuta nell’atmosfera.
Infine, precisiamo che il World Economic Forum (WEF) ha davvero progettato un dispositivo che, dagli Stati Uniti, dovrebbe rimuovere fino a 5 milioni di tonnellate di anidride carbonica atmosferica ogni anno al fine di mitigare il cambiamento climatico. La fine dei lavori e la data di prima accensione del sistema è prevista per il 2030. Si tratta di un piano chiamato “progetto Bison” che consiste in un impianto industriale alimentato da fonti rinnovabili al fine di non gravare ulteriormente sulle emissioni di CO₂. L’impianto sarà fornito di filtri con il compito di catturare e sequestrare l’anidride carbonica in atmosfera, indirizzarla nel sottosuolo, e immagazzinarla senza alcun rischio per l’ambiente, per le piante, animali o uomini. Questo progetto non ha l’obiettivo di eliminare la CO₂ dall’atmosfera per creare un danno al pianeta, come affermato nel post analizzato. Al contrario, il suo utilizzo servirà a prevenire i danni causati dal riscaldamento climatico.