Con l’estate arriva il caldo e, immancabilmente, anche tutta una serie di consigli su come sopravvivere all’eccessiva calura. Tra quelli stilati dal ministero della Salute, ad esempio, troviamo la raccomandazione di bere tra gli 1,5 e i 2 litri di acqua potabile al giorno, soprattutto per i soggetti anziani, dato che è stato scientificamente dimostrato che con il passare degli anni viene meno il senso della sete e aumenta quindi il rischio di disidratazione, ovvero una carenza di acqua nell’organismo.
Da sempre, però, a contribuire al rischio di disidratazione ci pensa anche un falso mito particolarmente duro a morire, secondo il quale bere troppa acqua aumenterebbe la sudorazione. In realtà, il meccanismo del sudore è strettamente legato alla termoregolazione del corpo, ovvero un processo che serve a mantenere la nostra temperatura corporea intorno ai 37 gradi Celsius, temperatura ottimale per la salute umana: in caso di freddo avremo i brividi che ci riscaldano, ma se c’è caldo inizieremo a sudare così da permettere un maggior raffreddamento del nostro organismo.
Quando il corpo si surriscalda a causa dell’aumento della temperatura ambientale o dell’attività fisica, il sistema di termoregolazione entra in gioco per mantenere la temperatura corporea entro un range sicuro. Una delle risposte del corpo è la sudorazione che avviene per merito delle ghiandole sudoripare, cioè organi che producono il sudore, ovvero un liquido composto principalmente da acqua e sali minerali che viene rilasciato sulla pelle. Quando il sudore evapora, si dissipa il calore in eccesso, raffreddando così la pelle e il corpo.
È necessario specificare che il nostro organismo deve essere correttamente idratato per svolgere le sue funzioni vitali proprio perché l’acqua, e i sali minerali in essa disciolti, sono fondamentali nei maggiori processi metabolici, tra cui il trasporto dei nutrienti tramite il sangue. L’essere umano è composto da circa il 60 per cento di acqua, quantità che scende al 50 per cento nelle persone anziane, mentre può arrivare fino al 75 per cento nei neonati.
La disidratazione avviene nel momento in cui c’è un’eccessiva perdita di liquidi dal nostro corpo e ciò può succedere a causa del sudore generato dal caldo o per altre svariate cause, tra cui malattie dell’apparato digerente e il ricorso a farmaci o sostanze alcoliche che aumentano la minzione, cioè fanno fare più pipì. Una persona disidratata presenta vari sintomi, tra i quali debolezza, vertigini, urina di colore scuro e, in casi eccezionali, delirio. In casi estremi, una disidratazione non curata potrebbe portare ad un evento fatale. Una persona può resistere in media 3 giorni senza acqua e in casi di caldo estremo anche meno.
Ingerire liquidi come l’acqua è fondamentale per mantenere il corpo idratato, ma non influisce sulla quantità di sudore prodotto. In realtà, è proprio la disidratazione che può avere un effetto negativo sulla capacità del corpo di sudare in modo efficace. Quando si è disidratati, infatti, il corpo può trattenere il sudore in maniera eccessiva, portando a una maggiore sensazione di calore e disagio.
Inoltre vale la pena specificare che quando si è accaldati bisognerebbe evitare di consumare bevande alcoliche, poiché queste aggravano la disidratazione. In un primo momento l’istinto della sete verrebbe placato, ma in un secondo momento l’alcol porterebbe a una ulteriore disidratazione del nostro corpo a causa del suo effetto diuretico, costringendo il corpo ad aumentare la produzione di urina.
In conclusione, bere molta acqua non fa sudare di più. La sudorazione è un meccanismo di termoregolazione naturale del corpo e bere è essenziale per mantenerlo idratato, quindi in salute.