La teoria cospirazionista dei “lockdown climatici” a Oxford rilanciata da Rete4 - Facta
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La teoria cospirazionista dei “lockdown climatici” a Oxford rilanciata da Rete4

Di Francesca Capoccia

Il 27 settembre 2023 il programma di Rete4 Fuori dal Coro ha mandato in onda un servizio sul «primo lockdown climatico della terra». Il giornalista della trasmissione, Tommaso Mattei, nel video ha mostrato come la città di Oxford, in Inghilterra, avrebbe «messo in gabbia» i propri cittadini chiudendo al traffico, tramite delle fioriere e dei paletti, le sei vie principali che portano al centro città e limitando i loro spostamenti tra i quartieri. 

Quella dei “lockdown climatici” è una teoria cospirazionista del tutto infondata che promuove l’idea secondo cui alcuni governi e presunte “élite” utilizzerebbero il cambiamento climatico come pretesto per imporre nuove restrizioni alla libertà di movimento delle persone.

L’Osservatorio europeo dei media digitali (Edmo), di cui Facta.news è membro, ha notato che questa narrazione è nata intorno al 2020 con le restrizioni e i limiti di spostamento imposte da molti Paesi del mondo per controllare la diffusione del virus SARS-CoV-2, ma si è sviluppata nella secondà metà del 2022, quando la città di Oxford ha adottato misure urbanistiche per ridurre la congestione del traffico e rimodellare la struttura della città. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Oxford e le politiche contro il traffico
A novembre 2022 il Consiglio della Contea di Oxford, nel sud dell’Inghilterra, ha approvato un progetto pilota per ridurre la circolazione su sei strade congestionate dal traffico che attraversano la città di Oxford. I traffic filter plans, ovvero piani di filtraggio del traffico, mirano a ridurre la circolazione di veicoli, rendere più veloci i viaggi in autobus e più sicuri gli spostamenti a piedi e in bicicletta. La congestione del traffico, infatti, è un problema che riguarda la città ingelse da diverso tempo.

Il progetto pilota durerà per almeno sei mesi, e avrà inizio nel 2024, non appena saranno finiti i lavori sulla linea ferroviaria di Oxford. Il nuovo sistema di riduzione del traffico limiterà l’accesso degli automobilisti ad alcune strade principali durante le ore diurne attraverso l’uso di “filtri di traffico”, ovvero delle telecamere in grado di riconoscere le targhe delle vetture. La circolazione dunque sarà libera per autobus, taxi, motocicli, veicoli di emergenza, biciclette e pedoni. Le vetture non autorizzate potranno comunque transitare su quelle strade, dal momento che non vi saranno barriere fisiche che impediscono il passaggio, ma dovranno pagare una multa di 70 sterline. Saranno, in ogni caso, disponibili permessi di circolazione per determinate categorie di persone, ad esempio persone con disabilità con un regolare permesso chiamato “blue badge”, gli operatori sanitari e i residenti della città (permesso valido fino a 100 giorni all’anno).

«I residenti potranno comunque raggiungere in auto ogni parte della città in qualsiasi momento», ha spiegato Tom Jennings, responsabile della comunicazione del Comune di Oxford, ai fact-checker di Australia Associated Press (AAP). In futuro, ha precisato Jennings, «durante alcune ore del giorno potrebbe essere necessario percorrere un percorso diverso – ad esempio utilizzando la tangenziale – se si vuole viaggiare in auto».

L’iniziativa non è stata ben accolta da tutti i cittadini, tanto che il 18 febbraio 2023 centinaia di persone sono scese a protestare tra le strade della città, preoccupate del fatto che questo progetto possa minacciare la loro libertà di movimento.

Duncan Enright, responsabile dei trasporti del Consiglio della Contea di Oxford, ha dichiarato a NBC di essere stato addirittura minacciato di morte tramite e-mail, telefono e sui social network da quelle persone che ritengono le misure per ridurre il traffico un mero strumento di controllo delle persone. Enright infatti è stato accusato di far parte di una “élite globalista” che vuole intrappolare la popolazione nel proprio quartiere. Per fermare la diffusione di questo tipo di narrazione, Duncan Enright e Liz Leffman, presidente del Consiglio della Contea di Oxford, hanno registrato un video − attualmente non disponibile − spiegando che non c’è alcuna intenzione di instaurare un “lockdown climatico” o di alcun altro genere, ma solo di evitare il traffico nelle principali vie della città.

Una “città da 15 minuti” e la nascita della teoria del complotto
Oltre a questa iniziativa per risolvere il problema del traffico, a ottobre 2022 il Consiglio comunale della città di Oxford ha avanzato una proposta volta a promuovere l’accesso ai servizi essenziali in modo che questi siano raggiungibili a piedi in 15 minuti da tutti i residenti. Questo progetto si basa sul concetto di “15-Minute City”, ovvero “città da 15 minuti”, coniato da Carlos Moreno, professore di Istituto di amministrazione aziendale di Parigi presso l’Università Panthéon-Sorbonne.

«La proposta dei quartieri da 15 minuti mira a garantire che ogni residente abbia tutto l’essenziale (negozi, assistenza sanitaria, parchi) nel raggio di 15 minuti a piedi dalla propria abitazione», hanno spiegato i consiglieri della Contea e della città di Oxford in un comunicato. «L’obiettivo è sostenere e aggiungere servizi, non limitarli».

Il giornalista di Fuori dal Coro, nel servizio andato in onda il 27 settembre, ha collegato questa proposta con il piano di filtraggio del traffico, suggerendo come l’intento finale sia quello di confinare le persone in un’area limitata nei dintorni della propria abitazione. La teoria del complotto sui “lockdown climatici”, infatti, diffonde l’idea che le politiche di mitigazione del cambiamento climatico siano una violazione intollerabile della libertà dei cittadini. Nel caso particolare di Oxford, la proposta della “città da 15 minuti”, collegata al piano di filtraggio del traffico, sarebbe una misura per confinare le persone nel loro quartiere. Tuttavia, come spiegato da Avni Gupta, ex addetta alla comunicazione della Contea di Oxford, ai fact-checker di AAP, questi due progetti non sono collegati da loro, e in nessuna proposta del Consiglio si parla di confinare i residenti nei loro quartieri.

Il progetto urbanistico della “città da 15 minuti” si riferisce al fatto di avere tutti i servizi a 15 minuti di distanza a piedi o in bicicletta, e non ha alcuna intenzione di limitare la libertà di movimento delle persone. Allo stesso modo neanche il piano di filtraggio del traffico sarà un impedimento alla libera circolazione delle persone. Avni Gupta, sempre ad AAP, ha spiegato che i filtri del traffico «non sono progettati per impedire alle persone di guidare le proprie auto, ma per migliorare le modalità di spostamento alternative come il trasporto pubblico, gli spostamenti a piedi e in bicicletta». I residenti, infatti, «non avranno bisogno di un permesso per uscire di casa o guidare l’automobile», ha sottolineato Gupta, e non saranno obbligati a nessun “lockdown climatico”.

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Comments (1)

  • Oliver

    Certi programmi televisivi sarebbero da denunciare per la loro malvagità con cui divulgano certi narrativi e falsità pur di fare audience. Che schifo!

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