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Schede precompilate, urne manomesse e voti rubati: false notizie in vista del voto

​​Conoscere quali falsità sono state diffuse in passato, e in che modo, può aiutare a distinguere un’informazione affidabile da una che non lo è

13 maggio 2024
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Conoscere quali falsità sono state diffuse in passato, e in che modo, può aiutare a distinguere un’informazione affidabile da una che non lo è.

Di Camilla Vagnozzi

Tra il 6 e il 9 giugno 2024 i cittadini dei 27 Stati membri dell’Unione europea saranno chiamati a votare per eleggere i nuovi membri del Parlamento UE. 

Come hanno spiegato i colleghi di Pagella Politica, i primi a votare saranno i cittadini olandesi giovedì 6 giugno, seguiti dall’Irlanda e poi da tutti gli altri. Nel nostro Paese si voterà sabato 8 e domenica 9 giugno 2024. Ma se le date possono cambiare da Stato a Stato, la disinformazione a cui sono esposti i cittadini europei è in larga parte la stessa. 

Analizzando le notizie false diffuse in passato a ridosso di diverse elezioni nazionali, emergono alcuni schemi comunicativi e alcune categorie di contenuti che è probabile circolino anche in occasione del prossimo voto europeo. Conoscere quali narrazioni, quali categorie di notizie false sono state diffuse in passato (e in che modo) può “difendere” gli elettori contro nuovi, ma simili, tentativi di disinformazione.

Quando sono i politici a denunciare i “brogli”
Un primo importante filone della disinformazione a tema elezioni e comune a diversi Stati (non solo europei) riguarda le affermazioni false di alcuni candidati circa la regolarità e validità delle elezioni. Questo tipo di contenuti falsi, oltre all’essere diffusi direttamente da esponenti politici di rilievo in occasioni pubbliche, possono diffondersi molto sui social network, dove vengono ampiamente ripresi in pagine o gruppi che sostengono l’uno o l’altro candidato. 

Il caso più noto è forse quello dell’ex presidente statunitense Donald Trump che nel 2020, in occasione delle elezioni presidenziali americane che lo vedevano contrapposto a Joe Biden, aveva più volte (e senza fondamento) denunciato l’irregolarità delle elezioni e messo in dubbio la legittimità del voto per corrispondenza. Un altro caso noto e in parte simile è quanto successo in Brasile nel 2022, quando l’ex presidente Bolsonaro aveva pubblicamente dichiarato che il sistema di voto brasiliano era «completamente vulnerabile» e soggetto a frodi, oltre ad aver messo in dubbio almeno cinquanta volte, in interviste e sui social network, la validità del sistema elettorale del Paese. 

Trump e Bolsonaro non sono stati gli unici: è successo qualcosa di simile in occasione delle elezioni parlamentari in Slovacchia, quando l’attuale primo ministro Robert Fico e Milan Uhrík (presidente del partito di estrema destra Republika) hanno pubblicamente messo in guardia gli elettori sulla possibilità di operazioni illecite di manipolazioni del voto. 

Se è quindi vero che spesso alcuni politici hanno denunciato ingiustamente brogli e manipolazioni delle elezioni, non si può nemmeno ignorare che a volte manipolazioni del voto siano avvenute (ad esempio di recente in Serbia). Vediamo ora più nel dettaglio le varie categorie di notizie false che sono circolate in passato in occasione delle elezioni e che potrebbero tornare a circolare in vista del voto per il Parlamento europeo.

Più voti… dei votanti
Un secondo filone di notizie sostiene, senza prove o con prove false, che i voti registrati siano superiori al numero di votanti aventi diritto. L’analisi degli articoli di fact-checking pubblicati su questo tema dai colleghi americani di PolitiFact dimostra che le narrazioni disinformative di questo tipo si sono diffuse soprattutto sui social network, ma erano collegate a siti politicamente polarizzati o a tweet pubblicati da profili di persone che si definivano professionisti apparentemente affidabili. Questi casi di disinformazione sono spesso insidiosi perché ottengono più facilmente la fiducia del pubblico, che vedendo un sito web ricco di notizie o un profilo social “ufficiale” è più portato a fidarsi di ciò che ha davanti. 

False notizie su questo stesso tema non sono state una prerogativa solo americana, ma si sono diffuse anche in Europa. In Estonia, ad esempio, in occasione delle elezioni parlamentari del 2023, si era diffusa sui social la falsa notizia secondo cui a Saaremaa, isola del Paese, ci sarebbero stati più votanti che residenti. In Polonia, in vista delle elezioni parlamentari dello scorso anno, era circolata su Facebook la falsa infondata secondo cui alcuni bambini erano stati portati ai seggi e, pur non avendo diritto di voto, erano stati in grado di esprimere una preferenza, aumentando i voti complessivi. 

Parlando di presunti errori nel conteggio dei voti, un’altra teoria del complotto spesso circolata in occasione delle elezioni è quella secondo cui verrebbero contati anche i voti di cittadini defunti. In occasione delle elezioni presidenziali del 2020, erano stati gli stessi sostenitori di Donald Trump a diffondere falsi elenchi di “votanti deceduti”. In realtà, si trattava – nella stragrande maggioranza dei casi – di persone vive.

Rifugiati al voto?
Un altro argomento caro alla disinformazione elettorale è quello che prende di mira immigrati o rifugiati, che sarebbero portati a votare nonostante non ne abbiano il diritto. Si tratta di una falsa narrazione che ha molto successo sui social network e che, facendo leva su sentimenti xenofobi, cerca di insinuare l’idea che il risultato del voto dei cittadini aventi diritto possa essere sovvertito grazie agli stranieri.

Notizie di questo tipo sono state diffuse, di recente, in Polonia ed Estonia. In entrambi i casi sono state accompagnate da grafici o numeri che confrontavano il numero di elettori degli anni precedenti con quello attuale, con la finalità di indicare una crescita che sarebbe difficilmente spiegabile, se non con il fatto che ai rifugiati ucraini fosse stato concesso di votare. In realtà, come spiegato dagli esperti, la differenza tra il numero dei votanti era legata ad altri motivi: in Estonia, ad esempio, negli anni è cambiato il conteggio dei cittadini residenti all’estero, che incide sul conteggio dei votanti delle singole regioni del Paese.

Ma non solo: nell’ottobre 2023, in occasione delle elezioni in Slovacchia, è circolata disinformazione di questo tipo utilizzando l’intelligenza artificiale. Online, pochi giorni prima del voto, si è diffuso un audio deepfake in cui il candidato europeista, Michal Simecka, sembrava discutere con una giornalista dei voti della minoranza rom che il suo partito, Slovacchia Progressista, avrebbe comprato. Simecka ha prontamente negato di aver mai lasciato una simile dichiarazione e accusato gli avversari politici di aver creato un «video falso con una voce di intelligenza artificiale».

Insinuare dubbi sulla validità delle schede elettorali
Come vediamo ogni giorno su Facta, la disinformazione si declina in diversi formati, ma quella più potente contiene spesso un fondo di verità: è quel che accade, ad esempio, quando si prende qualcosa di vero e lo si associa a un contesto fuorviante. Ed è proprio questo il tipo di notizie false che in passato, in occasione delle elezioni nazionali svoltesi nei diversi Stati europei, ha riguardato le schede elettorali e la presunta irregolarità delle elezioni. 

Ad esempio, i contenuti verificati dai colleghi fact-checker in Francia mostrano che durante le elezioni presidenziali del 2022 – quando gli sfidanti erano Emmanuel Macron e Marine Le Pen – diverse sono state le foto di reali schede elettorali pubblicate sui social network per disinformare: in particolare, secondo diversi post sui social network, schede elettorali leggermente strappate dimostravano il tentativo di invalidare voti per Le Pen. Nello stesso filone si inseriscono altri contenuti falsi che denunciavano la presunta scomparsa di oltre due milioni di schede elettorali a favore della candidata dell’estrema destra. 

Un caso simile si è verificato anche in Spagna, qualche giorno prima delle elezioni parlamentari del luglio 2023. In quell’occasione erano state diffuse sui social network le foto di alcune schede elettorali, questa volta precompilate e inviate dai partiti ai propri elettori. L’accusa era che si trattasse di una truffa e di un voto che, se espresso seguendo quelle indicazioni, poteva non essere valido. In realtà, per quanto gli scatti mostrassero effettivamente schede elettorali e davvero queste esprimessero già una preferenza, non c’era nulla di illegale o illecito. 

Altre foto di vere schede elettorali circolate per screditare la regolarità delle elezioni si sono diffuse anche in Italia. In questo caso, seppur la strategia era la stessa (la condivisione della foto di una scheda elettorale), la narrazione decontestualizzata che ne è stata fatta era differente e riguardava il voto degli italiani all’estero. È stato erroneamente sostenuto che sulle schede elettorali dei cittadini residenti al di fuori dell’Italia fossero stati eliminati alcuni partiti. In realtà, quegli stessi partiti non erano riusciti a raccogliere le firme necessarie per l’ammissione delle candidature in alcune circoscrizioni elettorali. 

Il voto elettronico
Infine, non sono mancate in passato le false notizie che hanno riguardato il voto elettronico. Queste, diffuse principalmente sui social network, avevano come intento quello di screditare la regolarità dell’elezione e insinuare la presenza di frodi. 

Con le elezioni brasiliane del 2022, ad esempio, si era diffusa la falsa notizia secondo cui i macchinari utilizzati per votare avevano subito un attacco hacker, invalidando le preferenze espresse fino a quel momento. Con le ultime elezioni presidenziali in Francia, erano state pubblicate sui social network alcune foto che mostravano i macchinari per il voto elettronico accompagnati da testi in cui si sosteneva che Emmanuel Macron avesse vinto in tutti i seggi in cui il voto era stato espresso. In realtà non era così. Ancora, in India, era stato erroneamente sostenuto in passato che i macchinari per il voto elettronico avessero un limite massimo di candidati, mentre altri erano stati automaticamente esclusi.

In vista delle elezioni americane del 2024, negli Stati Uniti – dove la disinformazione sul voto elettronico non è mancata – si è tornati a parlare di questo argomento, con notizie imprecise come quella secondo cui sarà vietato il voto elettronico in Arizona. 

In conclusione
Guardando a questi esempi di contenuti dimostrabilmente falsi che sono circolati in passato, si può ipotizzare che casi simili possano circolare nei 27 Stati dell’UE che andranno al voto per rinnovare il Parlamento europeo il 6-9 giugno. 

Sarà allora fondamentale che i cittadini siano informati sul fatto che questo genere di disinformazione non è affatto nuova e che, se dovessero imbattersi in dichiarazioni, immagini o video che diffondono teorie simili a proposito della manipolazione del voto, un approccio cauto può essere fondamentale per contenere eventuali attacchi al processo democratico.

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