La stravagante teoria del complotto sulla “frutta di gomma” - Facta
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La stravagante teoria del complotto sulla “frutta di gomma”

Di Antonio Scalari

Angurie, banane, mirtilli, avocado, la cui consistenza è descritta da vari utenti sui social come gommosa, plasticosa, o simile al silicone. Frutti, che vengono rigirati tra le mani per mostrare che hanno qualcosa che non va, che si tratta di cibo finto, spacciato e venduto come vero.

Tutto sembra essere partito da alcuni profili americani su TikTok che hanno diffuso video dove esibivano frutti acquistati al supermercato che, a loro dire, aveva qualcosa di strano. Alcuni di questi video sono diventati virali, guadagnando decine di milioni di visualizzazioni. I video hanno poi dato vita a un trend, che a sua volta ha assunto i contorni di una nuova teoria del complotto, che vuole far credere che esista un piano globale per colpire la salute dei consumatori con avocado e banane di gomma.

In casi come questi la stravaganza della tesi è tale da rendere non scontata la domanda se la sua intenzione sia genuina o ironica, se si tratti di affermazioni serie o di prese in giro. Ma alcune circostanze fanno propendere per la prima ipotesi.

L’onnipresente Bill Gates
Ad aprile del 2023 si erano diffuse voci allarmistiche riguardo a un prodotto commercializzato dalla compagnia californiana Apeel Sciences. Si tratta di un rivestimento fatto di molecole naturalmente presenti in alcuni alimenti, tra cui proprio la frutta, pensato per rendere più durevoli alcuni frutti come l’avocado e ridurre l’uso di film di plastica. Una sorta di imballaggio edibile, che dovrebbe evitare che la frutta marcisca quando è ancora sugli scaffali. 

Contro questo prodotto era stata scatenata una campagna in Rete, che ne aveva denunciato la pericolosità per la salute umana, un’accusa priva di fondamento. Un nome, in particolare, alimentava questi timori: Bill Gates. La sua fondazione, infatti, aveva dato un importante contributo economico alla Apeel, che le aveva permesso di avviare le attività nel 2012, ma senza nessun coinvolgimento nella proprietà aziendale.

È possibile che questo precedente abbia fornito linfa al nuovo trend della frutta di gomma. Il complottismo spesso non va molto per il sottile e la presenza del nome del fondatore di Microsoft è più che sufficiente come presunta prova, essendo del resto già uno snodo di svariate tesi cospirative, anche alimentari.

Una questione di gusti e maturazione
Ma perché una persona dovrebbe convincersi che un avocado sia finto? A tanti sarà capitato di lamentarsi delle proprietà organolettiche della frutta e della verdura vendute nei supermercati, cioè delle caratteristiche come il sapore e l’odore. È abbastanza diffusa, infatti, la convinzione che i vegetali acquistati direttamente dai produttori siano di qualità superiore e più genuini. Al di là di impressioni e gusti personali, e della diatriba tra agricoltura convenzionale e biologica, è vero che la grande distribuzione acquista spesso frutta e verdura più acerba, per esigenze estetiche e per farla durare di più. 

Non dobbiamo poi dimenticare che i frutti sono fatti, a seconda dei casi, per il 70 – 90 per cento di acqua, immagazzinata nei vacuoli delle cellule. Questo liquido conferisce turgore e consistenza, ma alcuni fattori e processi precedenti e successivi alla raccolta possono cambiare queste caratteristiche. Per esempio, una temperatura di conservazione non idonea può alterare il processo di maturazione. Una perdita d’acqua precoce, che cambia la consistenza del prodotto, può renderlo più morbido e vagamente gommoso. 

La perdita d’acqua è un problema che i produttori devono affrontare nelle fasi post-raccolta perché ha un impatto importante sulla qualità della frutta e sulla durata di conservazione, soprattutto se è destinata alla grande distribuzione. Tutto ciò finisce per influenzare anche la percezione dei consumatori. Tanto da riuscire a convincere alcuni, particolarmente sospettosi, di avere tra le mani non un frutto, ma un oggetto di gomma.

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