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Dobbiamo parlare di Adolescence

La serie tv Netflix ha conquistato il pubblico per la sua trama cruda e attuale, ma ha anche acceso un dibattito sui temi delle comunità online, degli incel e del movimento redpill

28 marzo 2025
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Da alcune settimane Netflix ha lanciato una nuova miniserie britannica che non solo ha conquistato e scosso il pubblico per la sua trama cruda e attuale, ma ha anche acceso un dibattito sui temi delle comunità online, degli incel e del movimento redpill: Adolescence

La storia, diretta da Philip Barantini e ideata da Jack Thorne, ruota attorno a Jamie Miller, un ragazzo di 13 anni che viene arrestato con l’accusa di aver ucciso una compagna di scuola – e sulle conseguenze che il delitto ha sulla famiglia del ragazzo e sull’intera comunità della cittadina che fa da sfondo agli eventi.

In brevissimo tempo Adolescence è diventata la miniserie più vista di sempre sulla piattaforma, dove ha raggiunto la cifra record di 60 milioni di visualizzazioni solo nelle prime due settimane dalla sua uscita. La sua particolarità, dal punto di vista stilistico, è che le quattro puntate che compongono la miniserie sono tutte girate in un unico piano-sequenza, vale a dire che la telecamera non stacca mai e che le riprese non vengono mai interrotte per tutti i 50 o 60 minuti di durata.

Ad aver catturato l’attenzione degli spettatori, però, è soprattutto la trama, che accende i riflettori su un aspetto della nostra attualità troppo spesso sottovalutato. La serie esplora tematiche attuali e delicate, come l’influenza negativa delle comunità online sui giovani, il bullismo scolastico, la condivisione non consensuale di materiale intimo e le difficoltà comunicative tra adolescenti e adulti. Adolescence mette in luce le sfide che i ragazzi affrontano nell’era digitale e solleva interrogativi sul ruolo dei genitori, delle istituzioni educative e delle aziende tecnologiche nel guidare gli adolescenti attraverso queste difficoltà. 

Grazie al successo della miniserie, nelle ultime settimane tutti hanno iniziato a parlare di incel e di red pill, ed è la prima volta che un tema così delicato viene affrontato da un prodotto culturale di largo consumo. Ma la sua improvvisa popolarità ha fatto emergere discussioni complesse e teorie del complotto. Se le narrazioni razziste che sono circolate sui social sono false, purtroppo il racconto della misoginia di intere comunità che si incitano e alimentano online è del tutto reale.

L’accusa di “razzismo verso i bianchi”

Secondo un post pubblicato su X il 20 marzo dall’influencer di estrema destra Ian Miles Cheong, la storia narrata nella miniserie sarebbe ispirata a un delitto reale avvenuto a Southport, nel Regno Unito. Cheong accusa Netflix di aver dunque sostituito il vero assassino, descritto come «un uomo nero/migrante» con un ragazzo bianco. E tutto questo per alimentare un sentimento che l’autore definisce di «propaganda anti-bianchi». Il contenuto ha ricevuto l’endorsement di Elon Musk, che ha commentato con un brevissimo «wow» che ha fatto diventare virale questa teoria, che ad oggi è stata visualizzata da quasi 5 milioni di utenti. 

L’episodio di cronaca menzionato nel post si riferisce ai tragici eventi del 29 luglio 2024, quando Axel Rudakubana tolse la vita a tre bambine durante un evento a tema Taylor Swift in una scuola di danza a Southport. In seguito alla strage, il Paese fu scosso da violenti scontri e dalla diffusione di numerose notizie false online. A gennaio di quest’anno, Rudakubana, cittadino britannico di origini ruandesi, è stato condannato all’ergastolo.

Il legame tra questo evento e la serie Adolescence, però, non esiste. Netflix, infatti, aveva annunciato la nuova serie nel marzo 2024, quindi diversi mesi prima dell’attacco avvenuto a Southport. Inoltre, un post pubblicato su X dall’account “Netflix UK & Ireland” del 22 luglio 2024, periodo in cui erano in corso le riprese e una settimana prima della strage, descriveva la trama della serie con queste parole: «La storia segue una famiglia il cui mondo viene sconvolto quando un ragazzo di 13 anni viene arrestato con l’accusa di aver ucciso un’adolescente».

Sui social è circolata anche un’altra versione della stessa falsa narrativa che cercava di correggere il tiro collegando la serie non al caso di Southport, ma sostenendo che sarebbe ispirata a a un omicidio del 2023 avvenuto a Croydon, nel sud di Londra. La vittima era una ragazza di 15 anni, Elianne Andam, che venne uccisa da Hassan Sentamu. 

Anche in questo caso, però, le incongruenze sono tante. Prima di tutto la miniserie è ambientata a Doncaster, nella contea di South Yorkshire, una località lontana sia da Londra che da Southport. Inoltre il protagonista della serie ha 13 anni, mentre l’autore dell’omicidio del 2023 aveva 18 anni all’epoca dei fatti e diversa è anche la dinamica reale da quella raccontata in Adolescence

A escludere qualsiasi legame tra la serie ed eventi reali è intervenuto anche Jack Thorne, uno degli ideatori della serie. Durante un’intervista a The News Agents, un podcast quotidiano britannico, Thorne ha dichiarato: «Hanno detto che Stephen Graham e io abbiamo basato Adolescence su un caso reale o su un altro, modificandone l’identità. Nulla di più falso». Thorne ha poi ribadito con fermezza che «non c’è neanche una parte della serie che sia ispirata a fatti reali, nemmeno una», ma, come ha chiarito Graham, Adolescence prende spunto da una serie di notizie su accoltellamenti e omicidi commessi nel Regno Unito da giovani ragazzi. Ragazzi bianchi e neri. 

Ecco, se questa narrazione basata su assunti razzisti è falsa, il fenomeno che riguarda incel e redpillati è invece tutt’altro che un discorso di fantasia. 

Di cosa parliamo quando parliamo di incel

È necessario fare una premessa: Adolescence non è una serie sugli incel. È piuttosto il ritratto dell’incomunicabilità tra le generazioni, una serie che parla delle insidie nascoste nel processo di crescita individuale e di quanto le pressioni sociali siano un tratto costituente della nostra identità. È infine una serie sulla mascolinità tossica, sul bullismo e sui processi di radicalizzazione online. È parlando di questi ultimi che diventa centrale il discorso sulla sottocultura incel.

Adolescence è la storia di un omicidio nato tra le pieghe della manosphere, ovvero l’insieme degli spazi digitali che promuovono un concetto tossico di mascolinità, un’accentuata misoginia e antifemminismo. Pagine social, siti web e forum frequentati da uomini che, con diverse sfumature, vedono nell’atteggiamento delle donne il problema centrale delle proprie esistenze. 

«L’80% delle donne», spiegano diversi protagonisti della serie, «vuole stare con il 20% degli uomini». Ecco, questo concetto è centrale nelle teorie che popolano la manosphere e serve a vendere l’idea che le donne detengano tutto il cosiddetto “potere sessuale” e possano scegliere partner più attraenti di loro, lasciando gli uomini meno prestanti nel “celibato involontario” (formula dalla cui contrazione nasce la parola incel). 

È ciò che gli utenti di queste comunità definiscono “ipergamia”, un presunto privilegio femminile conseguenza della rivoluzione sessuale del Sessantotto, che avrebbe portato le donne ad avere troppa possibilità scelta e a discriminare gli uomini poco prestanti – i “brutti”, per utilizzare una parola molto in voga nelle comunità online italiane – privandoli di quelli che gli incel considerano diritti inalienabili: il sesso e l’affettività. 

Attenzione, perché l’assenza di relazioni affettive o sessuali non basta a fare di qualcuno un incel. In altre parole, quella incel non è una condizione – né tantomeno una condizione oggettiva – ma una vera e propria ideologia, con tanto di testi di riferimento, tentativi di elaborazione teorica e una mitologia condivisa. Una parte maggioritaria degli incel crede ad esempio che alla base di tutte le dinamiche umane ci sia la cosiddetta “teoria LMS”, un acronimo che sta per Look (aspetto fisico), Money (disponibilità economica) e Status (status sociale). Sarebbero queste tre variabili a condizionare la vita affettiva e sessuale di ciascun individuo, che può lavorare sul successo personale e su quello economico, ma che difficilmente potrà sfuggire al giudizio estetico. Non a caso i membri della comunità incel sono ossessionati dall’aspetto fisico e una delle attività principali dei forum di discussione sul tema consiste nel dare un voto alle caratteristiche fisiche degli utenti.

Secondo questa frangia di incel, esisterebbero due tipi di uomini: chi ha preso la pillola blu (blue pill o blupillati, in italiano) e chi invece ha scelto la pillola rossa (red pill o redpillati). Si tratta di una citazione proveniente dal primo episodio della saga cinematografica Matrix diretta dalle sorelle Wachowski, in cui il protagonista è posto di fronte alla scelta di prendere la pillola rossa e vedere il mondo nella sua vera natura o di prendere quella blu, continuando a vivere in una comoda finzione. Allo stesso modo, la maggior parte degli incel sostiene di aver scelto la pillola rossa e di aver cioè compreso quella che considerano la reale natura dei rapporti tra uomo e donna: una relazione basata sulla subordinazione e sull’ipergamia femminile. Una realtà che nell’ideologia redpill si può ribaltare in un solo modo: la restaurazione del patriarcato.

Il movimento incel ha origine negli Stati Uniti, dove inizialmente si presentava come un gruppo di pressione per sensibilizzare sul tema degli uomini privati di relazioni affettive e sessuali. Nel tempo, però, queste comunità si sono radicalizzate, con un punto di svolta nel 2014, quando il ventiduenne Elliot Rodger uccise sei persone a Isla Vista. Prima di entrare in azione e aprire il fuoco in un’associazione studentesca femminile, Rodger aveva pubblicato un documento autobiografico di 141 pagine, nel quale dichiarava di aver scelto la vendetta nei confronti di una società che gli aveva «negato il sesso e l’amore», manifesto che è diventato un riferimento per il movimento. Da allora, altri attacchi ispirati all’ideologia incel hanno causato oltre 50 vittime tra Stati Uniti e Canada, portando alcune autorità nazionali a trattare il fenomeno come una minaccia terroristica.

In Italia, pur non essendoci mai stati episodi di violenza legati agli incel, le comunità online sono attive e in costante crescita. Nel 2021, a Savona, un giovane di 22 anni è stato arrestato con l’accusa di aver costituito ​​un’organizzazione terroristica di stampo suprematista. Oltre a diffondere contenuti antisemiti, l’uomo si era definito un un incel, aveva detto di odiare le donne e di voler compiere un attentato in una manifestazione femminista. Secondo un rapporto pubblicato nel 2021 dalla Commissione europea, l’Italia è il quarto Paese in Europa per presenza di attivisti incel (dopo Germania, Regno Unito e Svezia). 

 

Tornando ad Adolescence, la serie tratta queste dinamiche in un’ottica non giudicante, preferendo concentrarsi sulla pervasività delle teorie misogine tra i più giovani e su come queste, veicolate soprattutto in ambienti online, riescano spesso a passare inosservate agli occhi dei più grandi, che non sono in grado di intercettarle. A tal proposito, nella serie viene esplicitamente citato l’influencer misogino Andrew Tate, ex campione di kickboxing che negli anni si è fatto promotore di teorie particolarmente aggressive e che per questo è diventato un punto di riferimento nel mondo redpill. Attualmente Tate è accusato dalla giustizia rumena di tratta di esseri umani, riciclaggio, stupro e violenze su minori, e in attesa di giudizio è potuto tornare negli Stati Uniti solo grazie alle pressioni di Donald Trump.

Il mondo descritto da Adolescence, insomma, è estremamente reale. Un mondo edificato su un concetto fuori dal tempo di mascolinità, che a un certo punto della sua traiettoria ha dato voce a guru e comunità ad alto rischio di radicalizzazione. Una dinamica che non riguarda solo i più giovani e che affonda le radici nel modo stesso in cui abbiamo costruito le nostre società. È un discorso complesso, che investe direttamente credenze, costumi e una parte delle nostre stesse identità. Ma è un discorso che è necessario fare, ora più che mai, anche quando i riflettori della serie tv si saranno spenti.

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