Chi festeggia il Natale sa bene che la data da cerchiare sul calendario è quella del 25 dicembre, ma non è sempre stato così. E, soprattutto, quello non è realmente il giorno della nascita di Gesù Cristo, cioè quello che secondo la dottrina cattolica è il figlio di Dio, nonostante molti credenti siano convinti del contrario.
Nonostante il termine Natale significhi “il giorno della nascita”, la Bibbia non rivela la data in cui nacque Gesù e non esistono fonti che certifichino l’evento.
Le uniche fonti testuali che fanno riferimento alla nascita di Gesù sono i vangeli di Luca e Matteo, che, però, non forniscono alcun suggerimento cronologico preciso. Il vangelo di Matteo, al capitolo due, racconta che «Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all’epoca del re Erode». Da questo dettaglio è possibile dedurre un intervallo di tempo in cui si può collocare l’evento: Erode probabilmente regnò tra il 37 e il 4 a.C. Quindi la nascita di Gesù è da collocare sicuramente prima dell’anno zero, che divide convenzionalmente il tempo in avanti Cristo (a.C.) e dopo Cristo (d.C.).
Se non si conosce il vero giorno della nascita di Gesù, e nemmeno l’anno preciso, perché si è scelto il 25 dicembre per festeggiare il Natale?
Una delle teorie prevalenti sul perché Natale cade il 25 dicembre è stata esplicitata in “The Golden Bough” (in italiano “Il ramo d’oro”), uno studio comparativo di religione e mitologia del XIX secolo redatto dall’antropologo Sir James George Frazer e originariamente pubblicato nel 1890. Frazer ha affrontato il tema della religione da una prospettiva culturale, non teologica, e ha collegato la datazione del Natale a precedenti rituali pagani. Una delle ipotesi più accreditate è che si tratti di una convenzione adottata con la volontà di cristianizzare un’antica festa pagana, quella del Sol invictus, celebrata il 25 dicembre. Già da tempo, infatti, questa festa era un’occasione in cui si celebrava la vittoria del Dio Sole sulle tenebre e secondo i romani proprio in quel periodo avveniva il solstizio d’inverno, momento a partire dal quale le ore di luce aumentavano a scapito del buio.
Attorno al 350 d.C., papa Giulio I trasformò questa festa pagana in una festa cristiana, forse con l’intenzione di convertire i pagani romani al cristianesimo, e il Papa decise di stabilire il 25 dicembre come data di nascita di Cristo. Nel 529, infine, Giustiniano la dichiarò ufficialmente festività dell’Impero.
I legami con la festa pagana, però, non sono certi, e ci sono varie fonti che non concordano su questa interpretazione. Ad esempio un resoconto intitolato “How December 25 became Christmas” (in italiano: “Come il 25 dicembre è diventato Natale”) pubblicato sul sito web della Biblical Archaeology Society, cioè un’associazione che diffonde informazioni sull’archeologia nelle terre della Bibbia, ha sollevato alcuni problemi di questa teoria, sostenendo, ad esempio, che tale ipotesi non si riscontri in nessun antico scritto cristiano.
In conclusione, se nessuno sa con certezza quale sia il motivo per cui il Natale venga effettivamente celebrato il 25 dicembre, ciò che si può affermare con certezza è che quella data non sia stata scelta per la concomitante nascita di Gesù. Pur ammettendo l’ipotesi dell’esistenza di una figura storica riconducibile a Gesù – tesi condivisa da numerosi studiosi – le possibilità che il messia dei cristiani sia effettivamente nato il 25 dicembre sono una su 365, ovvero lo 0,27 per cento.