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Perché essere il primo Paese per eventi avversi segnalati per i vaccini non deve preoccuparci

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24 febbraio 2021
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Il 23 febbraio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto la richiesta di verificare un post pubblicato su Facebook il 21 febbraio 2021 che mostra una tabella che riporta i numeri delle reazioni avverse al vaccino Pfizer contro la Covid-19 nei diversi Paesi europei. L’Italia appare al primo posto, con 14.673 eventi avversi segnalati, segue la Spagna con 3.004. Il post indica come fonte un articolo pubblicato dal sito ItaliaAmbiente.it l’11 febbraio 2021, intitolato «Vaccini Covid, Colao: “Troppe reazioni avverse, stiamo sbagliando strategia”». Nell’articolo viene riportata la stessa tabella, i cui dati sono commentati dalla professoressa Annamaria Colao, endocrinologa presso l’Università Federico II di Napoli quale prova che «la strategia vaccinale intrapresa dall’Italia non si sta rivelando ottimale». Secondo Colao, «è evidente che il nostro dato è fuori scala e c’è qualcosa che non va». Dubbi simili erano stati posti da ByoBlu in un articolo del 4 febbraio 2021, intitolato «È dell’Italia il triste primato di reazioni allergiche al vaccino Pfizer».

Il dato è reale, ma non indica niente di preoccupante sulla strategia vaccinale del nostro Paese. Anzi, è segno del buon funzionamento del nostro sistema di sorveglianza.

La tabella citata dalla professoressa Colao è stata ricavata, con ogni probabilità, dalla Banca dati europea delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci. Per trovare i dati relativi al vaccino Pfizer si può cliccare qui. Scegliendo in alto il tab «Number of Individual Cases by EEA Countries» e cliccando sull’istogramma appare infine una tabella come quella riportata da Colao. I numeri saranno diversi perché i dati sono continuamente aggiornati, ma è vero che l’Italia è ampiamente prima tra i Paesi europei.

È una posizione in classifica che vale per i vaccini in generale. Guardando ai dati degli ultimi 12 mesi l’Italia è prima, per esempio, anche nelle segnalazioni di eventi avversi sul vaccino trivalente contro morbillo, rosolia e parotite, o contro il meningococco. Ed è un dato che non ha nulla di allarmante.

Un’analisi scientifica della sorveglianza vaccinale in Italia tra 2008 e 2017, pubblicata sulla rivista accademica Scientific Reports il 24 agosto 2020, trovava infatti che l’Italia è prima in Europa per il numero di eventi avversi segnalati per i vaccini e seconda nel mondo dopo gli Stati Uniti. La sua posizione in classifica però cala se si calcolano gli eventi avversi segnalati in rapporto alla popolazione: l’Italia è sesta in Europa, con 73,1 eventi ogni milione di abitanti. Per confronto, il primo Paese europeo è la Norvegia, che tra 2008 e 2017 ha segnalato 159,2 eventi avversi ogni milione di abitanti (oltre il doppio). In rapporto alla popolazione, quindi, l’Italia non segnala un numero particolarmente alto di eventi avversi.

Il motivo di queste discrepanze tra i vari Paesi non è chiaro, ma potrebbe essere correlato alla qualità del sistema di sorveglianza. L’Italia ha una buona sorveglianza vaccinale, non solo per quantità di segnalazioni: secondo uno studio dell’Oms, pubblicato nel 2014, l’Italia è prima per tasso di segnalazioni «ben documentate» (65 per cento), ovvero in cui le informazioni sul paziente, sulla sospetta reazione avversa e il suo esito finale sono compilate in modo completo. L’analisi di Scientific Reports riportava anche che il numero di segnalazioni è in aumento, in Italia e altri Stati, un trend che gli autori attribuiscono agli «sforzi globali per migliorare il sistema di sorveglianza dei vaccini».

In Europa le segnalazioni dei sospetti eventi avversi (che includono anche sintomi lievi come vertigine o febbre) vengono comunicate alle autorità nazionali di regolamentazione prevalentemente da medici e operatori sanitari o, in una minoranza di casi (poco più del 4 per cento in ogni caso, per l’Italia dal 2008 al 2017), da farmacisti o direttamente dai pazienti. Le segnalazioni vengono poi revisionate dall’European Medicine Agency e raccolte nel sistema EudraVigilance.

In conclusione il dato riportato dal post a noi segnalato è vero, ma una volta compreso il contesto non mostra nulla di preoccupante e anzi è segno dell’efficienza del nostro sistema di sorveglianza che garantisce la sicurezza dei vaccini.

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