Questa mappa non prova che la temperatura globale è rimasta ai livelli del periodo 1979-2000
1 giugno 2022
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Questa mappa non prova che la temperatura globale è rimasta ai livelli del periodo 1979-2000
Il 21 maggio 2022 su Facebook è stato pubblicato un post contenente una mappa che confronta la temperatura globale di quel giorno con quelle registrate in media nella stessa data, ma nel periodo che va dal 1979 al 2000. La mappa segnala che la temperatura globale nei periodi considerati è rimasta la stessa.
L’immagine è accompagnata da un commento, scritto dall’autore del post, in cui si legge: «L’ultimo Daily Climate Reanalyzer scende con la temperatura media globale a 0,0°C. Curioso notare come la maggior parte del Nord America stia subendo il maggior peso del “raffreddamento globale”».
Si tratta di una mappa presentata senza il contesto necessario alla sua comprensione, che veicola una notizia falsa.
Innanzitutto, la mappa è stata realizzata attraverso il servizio online Daily Climate Reanalyzer sviluppato dal Climate Change Institute dell’università del Maine (Stati Uniti), che permette di confrontare la temperatura quotidiana con la temperatura media registrata nello stesso giorno degli anni che vanno dal 1979 al 2000. In basso a sinistra, la mappa riporta un’indicazione della variazione di temperatura rispetto alla media storica, che nell’immagine oggetto della nostra verifica è di 0.0 gradi Celsius (la temperatura è insomma rimasta invariata).
Questo dato non nega tuttavia la realtà dei mutamenti climatici, che, come ha sottolineato l’ultimo rapporto di valutazione pubblicato dal gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (Ipcc), sono «indotti dall’uomo» e stanno causando «pericolosi e diffusi sconvolgimenti nella natura» che «colpiscono la vita di miliardi di persone in tutto il mondo».
Tra i cambiamenti climatici più evidenti c’è il cosiddetto “riscaldamento globale”, un fenomeno di incremento delle temperature medie della superficie della Terra non riconducibile a cause naturali e in grado di condizionare fenomeni atmosferici come alluvioni, siccità, desertificazione e scioglimento dei ghiacci. Secondo l’ultimo report pubblicato dall’agenzia federale americana che si occupa di oceanografia, meteorologia e climatologia (Noaa), dal 1880 la temperatura terrestre è aumentata di 0,08 gradi Celsius per decennio, mentre dal 1981 il tasso di riscaldamento ha accelerato, raggiungendo un aumento di 0,18 gradi Celsius per decennio. Di conseguenza, il 2020 è stato il secondo anno più caldo mai registrato.
Sebbene il dato contenuto nel post oggetto di verifica sia reale, dunque, questo non nega in alcun modo l’esistenza dei mutamenti climatici. Ciò è possibile perché, come spiegato dalla Nasa, i cambiamenti indotti dal riscaldamento globale possono essere valutati in modo significativo solo in termini di tendenze a lungo termine e le variazioni a breve termine (come quella segnalata nel post oggetto di analisi) sono piuttosto frequenti ma poco significative. A ribadire il concetto è stato anche Sean Birkel, climatologo e docente all’università del Maine e creatore di Daily Climate Reanalyzer (lo strumento utilizzato dall’autore del post oggetto di verifica), che raggiunto dai colleghi di Usa Today ha spiegato che «i valori di anomalia possono variare in modo significativo da un giorno all’altro a seconda dei modelli meteorologici» ma che «le tendenze di riscaldamento a lungo termine sono chiare, sulla base di dati raccolti nel corso degli scorsi decenni e in alcuni casi vecchi più di un secolo».
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