Il 20 luglio 2022 è stato pubblicato un post su Facebook in cui è presente un articolo dal titolo “Sessant’anni fa quando in Europa imperversava il “caldo africano”. L’articolo è accompagnato da un commento scritto dall’autore del post, che recita: «Anche se l’incessante copertura mediatica potrebbe far credere altrimenti, temperature alte come quelle di questi giorni non sono un fenomeno nuovo in Europa».
L’articolo condiviso nel post fa riferimento al fatto che le elevate temperature registrate in questi giorni non siano un evento eccezionale, ma qualcosa di ricorrente. Per sostenere questa tesi, l’autore cita un articolo pubblicato dal quotidiano l’Unità il 19 luglio 1964, affermando che «decenni fa si raggiungevano temperature anche maggiori di quelle di questi giorni».
La foto dell’articolo del 1964 è stata ampiamente condivisa sui social per negare il cambiamento climatico, come si può vedere ad esempio qui, qui e qui.
Si tratta di contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa. Abbiamo verificato questa notizia anche all’interno della rubrica CdtCheck che curiamo per il Corriere del Ticino.
Nel luglio del 1964 l’Unità pubblicava effettivamente un articolo intitolato “Caldo africano: mal comune in tutta Europa”. Si legge che a Torino il 19 luglio di quell’anno erano stati registrati 40°C e che si trattava di un’eccezione, sia rispetto ai giorni precedenti sia rispetto alle temperature di altre città italiane. Nell’articolo si parlava anche dei 41°C toccati nella città spagnola di Siviglia.
Come riportato dalla Stazione meteorologica di fisica dell’atmosfera dell’Università di Torino, la temperatura media registrata il 19 luglio 2022 è stata di 29.6°C, mentre lo stesso giorno Siviglia ha registrato una temperatura massima di 36°C. Il confronto tra le temperature del 1964 e quelle del 2022 non è però sufficiente per affermare le ondate di calore che si stanno registrando sono fenomeni normali, come erroneamente riportato dall’articolo che stiamo analizzando.
Mettere a confronto le temperature registrate in singole giornate in periodi storici diversi, non permette di avere un’immagine precisa dei cambiamenti climatici a lungo termine. Come spiegato dall’Earth observatory della Nasa, «le temperature che sperimentiamo localmente e in brevi periodi possono fluttuare in modo significativo» ma i cambiamenti indotti dal riscaldamento globale possono essere valutati in modo rilevante solo in termini di tendenze a lungo termine. Sebbene vi siano piccole variazioni da un anno all’altro, le registrazioni della temperatura globale mostrano un rapido riscaldamento negli ultimi decenni.
È importante tenere in considerazione che spesso si verificano giornate molto calde, ma queste non possono essere considerate come picchi record per fare valutazioni sull’andamento del riscaldamento globale.
Un approfondimento interattivo del New York Times, per esempio, permette di visualizzare come i giorni con temperature superiori ai 32 °C stiano diventando sempre più frequenti negli ultimi decenni, inserendo le temperature delle singole giornate in un contesto più ampio e di lungo periodo.