Non è vero che un supermercato ucraino ha vietato l’ingresso «agli ebrei» - Facta
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Non è vero che un supermercato ucraino ha vietato l’ingresso «agli ebrei»

L’11 ottobre 2022 la redazione di Facta ha ricevuto alcune segnalazioni che chiedevano di verificare le informazioni riportate in un post pubblicato il 2 ottobre su Facebook, contenente un filmato di 39 secondi che mostra alcuni ebrei ortodossi respinti all’ingresso di un supermercato. Il video è accompagnato da un commento, scritto dall’autore del post, in cui si legge: «SUPERMERCATO UCRAINO VIETA L’INGRESSO AGLI EBREI. Succede in Ucraina, il paese in cui “il neonazismo è un’invenzione della propaganda del Cremlino” e che vorrebbe quanto prima entrare nell’Unione Europea. Video diffuso dal giornale online ebraico Belaaz News».

Si tratta di un’informazione presentata senza il contesto necessario alla sua comprensione, che veicola una notizia falsa.

La scena immortalata nel filmato si è svolta nella città ucraina di Yavoriv, nella regione di Lviv, ed è stata originariamente pubblicata il 29 settembre 2022 dall’account Twitter Beelaz News insieme al commento: «HATERS: Oggi un supermercato in Ucraina ha negato l’ingresso a un gruppo di ebrei vicino al confine con la Polonia. Centinaia di ebrei sono bloccati da molte ore vicino al confine polacco, temono di rimanere bloccati lì per lo Shabbos». Lo «Shabbos» è lo Shabbat secondo la pronuncia ​​ashkenazita (l’ebraico originario dell’Europa centro-orientale) ed è la cessazione delle attività lavorative prescritta dalla religione ebraica nel giorno di sabato. 

Lo stesso 29 settembre, un articolo pubblicato dalla testata russa ukraina.ru ha riportato la denuncia della Comunità ebraica unita dell’Ucraina (Ujcu), che aveva segnalato l’episodio e aveva chiarito come questo fosse avvenuto nei pressi della stazione di servizio locale posseduta dalla catena ucraina OKKO

Nel giro di poche ore, la società OKKO ha porto le proprie scuse alla comunità ebraica, chiarendo che non si è trattato di un gesto discriminatorio. Secondo la ricostruzione della compagnia, infatti, gli uomini mostrati nel video erano appena scesi da «molti autobus arrivati ​​contemporaneamente in una stazione di servizio» ed erano in fila per utilizzare il bagno. Dopo aver chiesto ai clienti di «aspettare ed entrare nel bagno degli uomini in piccoli gruppi», il direttore della stazione di servizio avrebbe «chiuso le porte della sala commerciale senza ulteriori spiegazioni».

OKKO ha condannato l’operato del suo dipendente, definendolo «inaccettabile» e promettendo misure disciplinari. Lo stesso 29 settembre, la comunità ebraica ucraina ha ringraziato tramite Telegram la società OKKO per «le tempestive spiegazioni e per una posizione costruttiva», aggiungendo che «l’Ucraina è uno Stato tollerante in cui i cittadini hanno uguali diritti indipendentemente dalla nazionalità e dalle convinzioni religiose».

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