Questo grafico non dimostra che l’attuale temperatura terrestre è tra le più basse degli ultimi 9.500 anni - Facta
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Questo grafico non dimostra che l’attuale temperatura terrestre è tra le più basse degli ultimi 9.500 anni

Il 9 gennaio 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione riguardante un grafico intitolato “Storia del clima nel corso di 9.500 anni”, realizzato nel 2004 da «R.B. Alley» e che riporta le «anomalie di temperatura in gradi Celsius dal 7.643 a.C. a oggi».

All’interno del grafico vengono sottolineati con il colore rosso alcuni presunti picchi di temperature anomale, segnalate rispettivamente come «Optimum dell’Olocene» (attorno al 5.000 a.C.),  «riscaldamento minoico» (1.100 a.C.), «riscaldamento romano» (73 d.C.), «riscaldamento medievale» (1.135 d.C.). L’asse delle ascisse, che riporta il riferimento temporale, si ferma al 1885 e in questo periodo il grafico segnala temperature anomale inferiori alla media, accompagnate dal commento «presunto riscaldamento «senza precedenti» del clima attuale».

All’interno del grafico si legge inoltre che «le temperature globali più recenti sono all’estremità inferiore dell’intervallo storico» e che «l’81,3% delle osservazioni negli ultimi 9.500 anni è superiore alla lettura della temperatura più recente». Il grafico è stato condiviso su Twitter come la prova dell’inesistenza dei cambiamenti climatici.

Si tratta di un grafico fuorviante, che veicola una notizia falsa. 

Il grafico oggetto della segnalazione non riassume le anomalie di temperatura registrate negli ultimi 9.500 anni, come si legge su Twitter, ma si basa sulle temperature di un nucleo di ghiaccio della Groenlandia aggregati a partire dal 1988 nell’ambito del Greenland Ice Sheet Project 2 (Gisp2), progetto patrocinato dalla US National Science Foundation. I dati sono raccolti attraverso il carotaggio di una sezione di ghiaccio profonda oltre 3mila metri e nel 2000 sono stati utilizzati all’interno di un articolo scientifico pubblicato dal professor Richard B. Alley, un geoscienziato americano della Pennsylvania State University. 

Contattato nel 2010 dai colleghi del New York Times, Alley aveva chiarito che il grafico non può in alcun modo essere rappresentativo del trend riguardante le temperature globali, dal momento che «la temperatura è un record locale e un sito non è il mondo intero» e che per questo motivo è «scientificamente non ragionevole» utilizzare i dati del grafico per negare il riscaldamento globale.

Come avevamo spiegato in un precedente articolo, il riscaldamento globale è un fenomeno di incremento delle temperature medie della superficie terrestre riconducibile all’azione umana  e in grado di condizionare fenomeni atmosferici come alluvioni, siccità, desertificazione e scioglimento dei ghiacci. Secondo l’ultimo report pubblicato dall’agenzia federale americana che si occupa di oceanografia, meteorologia e climatologia (Noaa), dal 1880 la temperatura terrestre è aumentata di 0,08 gradi Celsius per decennio, mentre dal 1981 il tasso di riscaldamento ha accelerato, raggiungendo un aumento di 0,18 gradi Celsius per decennio. 

Uno studio pubblicato nel 2020 dalla rivista Scientific Data ha rivelato che l’intervallo di tempo più caldo della storia umana, prima dell’industrializzazione, si era verificato circa 6.500 anni fa durante l’Olocene, quando le temperature della superficie terrestre erano state di circa 0,7 gradi Celsius più calde rispetto a quelle del XIX secolo. Le temperature registrate tra il 2011 e il 2019, tuttavia, sono state mediamente di un grado centigrado superiori a quelle del XIX secolo e dunque inequivocabilmente superiori a quelle dell’Olocene.

Questo contenuto di disinformazione è stato verificato anche dai colleghi di Aap e da quelli di Correctiv.

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