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Questi dati dall’Australia non dimostrano il fallimento dei vaccini anti-Covid

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Il 17 gennaio 2023 su Facebook è stata pubblicata una tabella che mostra il numero delle persone ammesse in ospedale, in terapia intensiva e decedute per la Covid-19 nelle ultime due settimane di dicembre 2022 nello Stato australiano del Nuovo Galles del Sud (Nsw). Secondo la tabella, questi pazienti  sarebbero stati per la quasi totalità vaccinati contro il nuovo coronavirus. 

L’immagine è accompagnata da un commento, scritto da chi ha pubblicato il post, in cui si suggerisce che i vaccini non funzionerebbero nel contrastare la Covid-19.

Si tratta di un contenuto fuorviante, che veicola una notizia falsa. Andiamo con ordine.

La tabella è reale ed è stata pubblicata dal Ministero della salute del Nsw ed è disponibile a pagina 4 di questo report sui dati epidemiologici legati alla Covid-19 delle ultime due settimane di dicembre 2022.Iin fondo si legge che in questo periodo di tempo le persone vaccinate (con una, due, tre dosi e con quattro o più dosi) che per Covid-19 sono entrate in ospedale sono state in totale 1.415, quelle in terapia intensiva 105 e quelle decedute 82. Nessun ingresso, invece, in ospedale e nelle terapie intensive per i non vaccinati, mentre in questo gruppo sei sono state quelle decedute [1].

Questi dati, tuttavia, non dimostrano che i vaccini anti-Covid non funzionino, come ha comunicato a diversi siti di fact-checking lo stesso ministero della Salute del Nsw. Vediamo perché.

Innanzitutto, come viene spiegato a pagina 1 del documento che contiene la tabella, a partire dal 2023 questi numeri non sarebbero stati più inseriti nei report sulla situazione epidemiologica riguardo alla Covid-19 in quanto non più utili per analizzare le tendenze sugli ingressi in ospedale e dei decessi delle persone vaccinate. Questo perché, al contrario dell’inizio della campagna di vaccinazione, la maggior parte della popolazione del Nsw è stata vaccinata ormai con almeno due dosi di vaccino e inoltre perché ci sono differenze nei tempi di somministrazione delle dosi di richiamo tra diversi gruppi di età. 

Come si legge infatti a pagina 2 «oltre il 95 per cento delle persone di età pari o superiore a 16 anni nel Nsw ha ricevuto due dosi di un vaccino contro la Covid-19, mentre più del 70 per cento delle persone idonee alla terza dose l’ha ricevuta». Con una copertura vaccinale così ampia, viene spiegato ancora, «un’alta percentuale di persone ricoverate con la Covid-19 in ospedale o in terapia intensiva sono ora vaccinati con due o tre dosi. Tuttavia, quelle non vaccinate rimangono più propense a soffrire di forme gravi di Covid-19». 

In un contesto simile, cioè se le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, si verifica il cosiddetto effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile o più alto tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Per questo motivo, ha spiegato ai colleghi di Reuters il Dipartimento della salute e dell’assistenza agli anziani (Dhac) del governo australiano, è utile concentrarsi sulla proporzione di casi gravi nella popolazione vaccinata e in quella non vaccinata per vedere che nella seconda è di gran lunga maggiore (perché si tratta di una popolazione più piccola) rispetto al gruppo vaccinato. 

Lo stesso report chiarisce anche che «alcune delle persone con Covid-19 ricoverate in ospedale o in terapia intensiva lo sono per condizioni non correlate alla loro infezione, e questi ricoveri non saranno impediti dalla vaccinazione». Nonostante la protezione fornita dalla vaccinazione, infatti, l’età avanzata delle persone ricoverate rimane un fattore di rischio significativo che può portare con la Covid-19 a malattie gravi e alla morte, in particolare se associato a importanti condizioni di salute precarie preesistenti, specificano sempre le autorità sanitarie dello Stato australiano.

Se si analizza, ad esempio, nella tabella in questione l’età delle persone ammesse in ospedale, nelle terapie intensive e quelle decedute si vede che sono per la maggior parte pazienti con più di 60 anni: su 1.779 persone ricoverate in ospedale 1.355 sono over 60 (il 76 per cento), su 140 in terapia intensiva sono 96 (il 68 percento), su 95 sono 91 (il 96 per cento) [2].

[1] Per ottenere questi dati, bisogna sommare i dati delle persone vaccinate ricoverate e decedute presenti nella tabella alla voce “Vaccination status”

[2] Per ottenere questi dati, bisogna sommare i dati delle persone over 60 ricoverate e decedute presenti nella tabella alla voce “Age group (years)”

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