Non è vero che non si sono mai visti 15 vulcani eruttare «in una sola notte» - Facta
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Non è vero che non si sono mai visti 15 vulcani eruttare «in una sola notte»

Il 15 aprile la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva la verifica di un articolo in lingua spagnola intitolato «Nunca visto: 15 volcanes entran en actividad en una noche alrededor del Pacìfico» (tradotto in italiano: «Mai visto: 15 vulcani prendono vita in una sola notte attorno al Pacifico»). 

L’articolo, pubblicato la mattina dell’11 aprile 2020 dal sito di notizie argentino Contexto de Tucumán, e che si rifà a un contenuto pubblicato dal sito messicano Diario Vanguardia de Veracruz, racconta di un’attività vulcanica insolita nella notte di venerdì 10 aprile quando 15 vulcani attivi dislocati in tutto il mondo, molti attorno al Pacifico, avrebbero dato luogo, tutti insieme, ad «espulsione di cenere, eruzione o lancio di materiale incandescente». 

Stando a quanto riportato nell’articolo, il fenomeno più potente sarebbe quello che ha interessato a partire dalle 10 di sera il vulcano Krakatau (sull’isola di Rakata, in Indonesia) ma le eruzioni si sarebbero estese fin sull’altra sponda dell’Oceano, includendo anche il vulcano Popocatépetl (nella regione di Puebla, a circa 70 chilometri da Città del Messico). Tutti questi fenomeni geologici, si legge, si sarebbero verificati «proprio nel bel mezzo dell’emergenza Covid-19». 

Se è vero che a cavallo del 10 aprile 2020 è stata registrata una discreta attività vulcanica, non è però corretto parlare di un evento «mai visto» prima. Andiamo con ordine.

Secondo quanto riportato da diversi organi di stampa (anche nazionali) e come confermato dal Global Volcanism Program dello Smithsonian Institution, organo che studia, valuta e documenta l’attività presente e passata di tutti i vulcani del mondo, è vero che nella notte del 10 aprile 2020 il vulcano Anak Krakatau (così si chiama il centro dell’attività eruttiva del complesso vulcanico indonesiano del Krakatau) ha dato spettacolo con l’emissione di lava e un’alta colonna di fumo misto a cenere. 

Inoltre, come riporta il bollettino settimanale dell’attività vulcanica globale stilato sempre dallo Smithsonian Institution e che prende in esame il periodo compreso tra l’8 e il 14 aprile 2020, è anche vero che, assieme al Krakatau, altri 14 vulcani hanno dato prova di attività il 10 aprile 2020 o in modo prolungato nei giorni a cavallo di questa data. 

Nonostante tragga spunto da fatti reali, la notizia diffusa da Contexto è però riportata in modo scorretto ed è potenzialmente allarmistica. Non bisogna infatti stupirsi se più vulcani sono attivi nello stesso momento.

«Non c’è niente di speciale in tutto questo, è una cosa totalmente normale», ha spiegato a Facta Boris Behncke, vulcanologo e ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e operativo presso l’Osservatorio Etneo di Catania. «Partendo dall’eruzione, spettacolare ma peraltro neanche grande, del Krakatau, – ha precisato Behncke – si è costruito attorno un caso mediatico, come se i vulcani fossero connessi tra loro, e questo succede regolarmente, quando avvengono fenomeni magari spettacolari che catturano l’attenzione del pubblico».
Come precisa anche lo stesso Smithsonian Institute, è da considerarsi del tutto normale che ci siano 20 (o più) vulcani che eruttano attivamente in contemporanea in qualsiasi momento, senza alcun motivo per allarmarsi. 

«L’attività vulcanica nel mondo non è in aumento – ha poi spiegato a Facta Behncke – e, nonostante la percezione del pubblico e le catene sui social network, le eruzioni non sono collegate tra loro, come non lo sono i vulcani: questi pescano da zone della Terra completamente diverse e sono fenomeni molto superficiali, fisicamente distinti, che non vengono coordinati dal nucleo del pianeta e non possono influenzarsi a vicenda, fatto salvo quelli molto molto ravvicinati, a 1-2 chilometri di distanza». 

Dunque, per quanto i dati delle fonti ufficiali confermino le numerose eruzioni, non si tratta però di un evento raro, tantomeno unico, come accertato anche da un vulcanologo dell’l’Istituto Nazionale di Geofisica contattato da Facta. Si tratta insomma di episodi del tutto normali e, oltretutto, scollegati tra loro. 

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