Ruth Bader Ginsburg non ha mai detto che «la pedofilia fa bene ai bambini»
Martedì 22 settembre 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via Facebook che chiedeva di verificare il contenuto di un post pubblicato il 19 settembre 2020 sul social network. Il post oggetto della nostra verifica contiene una foto di Ruth Bader Ginsburg, giudice della Corte Suprema americana scomparsa il 18 settembre 2020, accompagnata da una citazione a lei attribuita: «la pedofilia fa bene ai bambini».
Questa notizia è falsa.
Innanzitutto vale la pena chiarire che Ruth Bader Ginsburg non ha mai pronunciato la frase attribuitale, che non compare in alcun documento, intervista o articolo giornalistico.
La citazione oggetto della nostra verifica è probabilmente ricollegabile all’interpretazione sbagliata di un passaggio contenuto in The Legal Status of Women Under Federal Law (La condizione giuridica delle donne nella legge federale), un testo del 1974 che Ginsburg firmò come co-autrice insieme a Brenda Feigen-Fasteau (attivista femminista, produttrice cinematografica e avvocata) quando era docente di legge alla Columbia University e non deteneva alcuna carica istituzionale. Si tratta di un report redatto in ambito accademico che denuncia l’assenza di un linguaggio inclusivo di genere nella legge federale degli Stati Uniti, particolare che secondo la stessa Ginsburg si ripercuoteva sui diritti delle donne (la Costituzione americana si riferisce ai cittadini in quanto «uomini» e per questo, scriveva Ginsburg, «la Corte Costituzionale ha scelto in numerose occasioni di negare alle donne determinati diritti e privilegi non negati agli uomini»).
Il testo contiene, tra le altre cose, anche un esempio di una proposta di legge sottoposta al Senato nel 1973 dal senatore repubblicano Roman Hruska (e poi bocciata) che invece utilizzava un linguaggio neutro, come auspicato da Ginsburg. Si trattava della proposta di legge S. 1400, riguardante la definizione di stupro, che recitava: «Una persona è colpevole di reato se commette un atto sessuale con un’altra persona, non il suo coniuge, e (1) obbliga l’altra persona a partecipare con la forza […] (3) l’altra persona ha meno di 12 anni».
Attualmente la legge federale americana non impone un limite minimo per il consenso sessuale, ma lascia l’iniziativa ai singoli Stati, nei quali questa varia tra un minimo di 16 e un massimo di 18 anni (salvo che per i rapporti tra minorenni: anche qui ogni Stato ha un sua legislazione, comunemente definita Romeo and Juliet Law).
Tornando al report, l’esempio era stato utilizzato da Ginsburg per via della forma usata nel progetto di legge e alla scelta del termine «persona» al posto di «uomo», ma questo non ha impedito una lettura polemica da parte di alcuni esponenti del mondo conservatore americano al momento della sua elezione a giudice della Corte Suprema, il 5 agosto del 1993. Come riferiscono i colleghi di Snopes, Ginsburg è stata a più riprese accusata di voler abbassare l’età del consenso per i rapporti sessuali a 12 anni. Tale accusa è stata mossa principalmente dal senatore repubblicano Billy Graham e dal conduttore di Fox News Sean Hannity, diventando nel tempo oggetto di disinformazione sul web, ma Ginsburg non ha mai sostenuto tale tesi.
Come spiega sempre Snopes, il report co-redatto da Ginsburg riporta numerosi altri esempi, tra i quali ad esempio una sezione del codice penale che stabilisce l’età del consenso a 16 anni; nessuno degli esempi contenuti nel testo è tuttavia da intendere come espressione del pensiero di Ginsburg, ma solo come un riferimento al corretto utilizzo dei pronomi di genere in ambito legislativo.
Non solo, dunque, la citazione riportata nell’immagine oggetto di verifica («la pedofilia fa bene ai bambini») è falsa, ma il collegamento tra Ruth Bader Ginsburg e la proposta di abbassare l’età del consenso sessuale a 12 anni è frutto di un’operazione di disinformazione.