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<i></i> No, le schede elettorali americane non contenevano «isotopi» per prevenire i brogli

No, le schede elettorali americane non contenevano «isotopi» per prevenire i brogli

9 novembre 2020
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Il 9 novembre la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare un post pubblicato il 5 novembre su Facebook. «Nessuno sapeva che nei seggi erano presenti infiltrati con telecamere negli occhiali e nessuno era al corrente che le schede buone hanno innesti di isotopi di dimensione manometrica, e sono  rintracciabili via satellite una per una», si legge nel post, intitolato “NOTIZIA BOMBA DAGLI USA!”. «Quelle usate per truffa “voto postale” sono state fatte in Cina. Esiste la tecnologia e la possibilità per eliminare dal conteggio tutte le schede contraffatte. Trump alla fine avrà pure la maggioranza al senato e alla camera». 

Abbiamo verificato e questo messaggio risulta essere falso e privo di fondamento.

La notizia di un presunto «isotopo non radioattivo» utilizzato per marcare le schede elettorali ufficiali è stata originariamente diffusa su Twitter dall’utente David Burney, che il 4 novembre citava una «operazione sotto copertura militare» finalizzata a prevenire i brogli. L’informazione è stata rilanciata poche ore dopo da un video pubblicato sulla piattaforma di streaming video Rumble, che partendo dal tweet in questione citava un presunto comunicato del Dipartimento della sicurezza interna americana che confermerebbe l’operazione.

Il presunto comunicato è citato anche in questo articolo pubblicato dal sito Tree of Liberty e avrebbe portato alla luce irregolarità nell’80 per cento delle 14 milioni di schede elettorali controllate, che dunque non presenterebbero isotopi non radioattivi. Le irregolarità si sarebbero registrate in particolare in Arizona e Michigan e avrebbero riguardato quasi tutte schede favorevoli al democratico Joe Biden.

Per smentire il falso comunicato – e la notizia in esso contenuta – è intervenuto il sito ufficiale dell’Agenzia federale per la Cybersecurity (Cisa) statunitense. Cisa ha infatti chiarito che nessuna agenzia federale ha stampato o controllato schede elettorali, dal momento che il controllo delle operazioni elettorali spetta agli «uffici elettorali locali».

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