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No, il governo israeliano non dovrà rispondere di «crimini contro l’umanità» per la campagna di vaccinazione

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16 marzo 2021
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Lunedì 15 marzo 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare l’attendibilità della notizia secondo cui il governo di Israele sarà chiamato a rispondere dei «crimini contro l’umanità» commessi durante la campagna di vaccinazione, inaugurata lo scorso 20 dicembre 2020.

La segnalazione fa riferimento a un articolo pubblicato il 14 marzo dal sito web Rec News – che si definisce «un nuovo sito di inchieste e di approfondimento che pubblica solo contenuti verificati», ma che contiene numerosi articoli di disinformazione a tema Covid-19 e sulla presunta pericolosità delle mascherine – dal titolo «Vaccini compulsivi in Israele, il governo finisce davanti al Tribunale dell’Aja».

Secondo quanto riportato nell’articolo, due avvocati israeliani – Ruth Makhacholovsky e Aryeh Suchowolski dell’organizzazione “People of Truth” – avrebbero denunciato «l’operato del governo israeliano contestualmente alla campagna vaccinale». L’accusa è quella di aver condotto «esperimenti illegali sui cittadini israeliani attraverso Pfizer» e di aver dunque violato il codice di Norimberga, l’insieme dei principi normativi essenziali per la sperimentazione medica su soggetti umani.

La notizia del presunto procedimento contro il governo israeliano è stata pubblicata originariamente dal piccolo sito indipendente All Israel News, ma ha ottenuto ampia diffusione in tutta Europa grazie alla traduzione di DataBase Italia, portale online che durante l’emergenza sanitaria si è distinto per una martellante campagna di bufale anti-scientifiche e pro-QAnon e di cui ci eravamo più volte occupati. L’articolo di DataBase Italia contiene inoltre l’informazione secondo cui la denuncia sarebbe stata «accolta» dalla Corte penale internazionale.

Si tratta di una notizia falsa.

Innanzitutto, il codice di Norimberga è un documento di principi redatto in seguito alla sentenza del tribunale militare americano, che il 19 agosto 1947 condannò 23 medici nazisti per gli esperimenti condotti nei campi di concentramento. Tali principi sono stati introdotti nell’ordinamento internazionale a partire dal 1964, attraverso la Dichiarazione di Helsinki, e stabiliscono che nessuna sperimentazione sull’uomo può essere condotta senza il consenso di chi vi si sottopone.

Venendo all’articolo oggetto della nostra verifica, è vero che lo studio legale israeliano A. Suchovolsky & Co. ha inviato una lettera alla Corte penale internazionale con sede a L’Aja, in Olanda. Il documento è disponibile in lingua inglese a questo link e denuncia i presunti «crimini contro l’umanità» perpetrati dal governo israeliano, che starebbe somministrando alla popolazione un «trattamento medico innovativo la cui approvazione non è definitiva e presenta 22 effetti collaterali». Il riferimento è al vaccino prodotto da Pfizer, che secondo la denuncia conterrebbe «mRna sintetico», definita «una tecnica medica inedita e mai utilizzata per ottenere l’immunizzazione».

Secondo il documento, insomma, la vaccinazione condotta con Pfizer sarebbe a tutti gli effetti una sperimentazione medica su soggetti umani e dunque violerebbe i principi del codice di Norimberga.

Come ha spiegato in passato il portavoce della Corte penale internazionale Fadi El Abdallah ai colleghi di Libération, «chiunque può inviare una denuncia» alla Corte penale internazionale, ma sarà poi compito del tribunale stabilire se avviare o meno un esame preliminare sull’esposto. Non solo, dunque, la Corte penale non ha al momento accolto la richiesta di procedimento (ma solo inviato una ricevuta di ritorno senza commentare il caso, come hanno spiegato i colleghi di Libération) ma la sola denuncia non basterà a innescare una causa contro Israele per crimini contro l’umanità.

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