Il 26 luglio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un messaggio vocale circolato nei giorni precedenti sulla nota app di messaggistica istantanea. L’audio oggetto della nostra verifica è stato registrato da un uomo che si presenta come «il segretario nazionale» di un partito politico che avrebbe ogni giorno accesso ad «avvocati, giuristi e costituzionalisti».
L’identità del presunto segretario di partito non viene rivelata, ma nel messaggio vocale l’uomo spiega che «i vaccini [contro la Covid-19, ndr] scadono tutti al 20 ottobre», informazione che viene definita una «notizia certificata» e appresa direttamente dal «coordinatore dell’hub vaccinale di Brescia». L’autore dell’audio prosegue collegando la data di scadenza dei vaccini all’approvazione di «cinque terapie di protocollo obbligatorie per curare il Covid», convalidate dall’Unione europea e che sarebbero già state adottate in passato per curare «Berlusconi, Boris Johnson e Trump».
Secondo l’autore del messaggio, queste terapie «risolvono il Covid in 24/48 ore» e saranno disponibili in Italia a partire dal 20 ottobre 2021. A partire da quel giorno, dunque, «l’impianto su cui regge l’approvazione emergenziale per i vaccini» crollerebbe (essendo subentrata una cura) e l’autorizzazione stessa dei vaccini sarebbe revocata. Per questo motivo, secondo l’autore dell’audio, il generale Figliuolo spinge per accelerare le vaccinazioni e «avere l’immunità» entro il mese di settembre. La voce del messaggio conclude consigliando al suo interlocutore di «non richiedere il green pass», perché a partire da ottobre «il vaccino non è più autorizzato e diventa una terapia facoltativa come un vaccino antinfluenzale».
Si tratta di informazioni false, che veicolano un messaggio pericoloso per la salute pubblica. Andiamo con ordine.
Innanzitutto, non è vero che i vaccini «scadono tutti al 20 ottobre», dal momento che ogni singolo lotto ha una sua data di scadenza, calcolata a partire dal momento della produzione. Considerando che la produzione è ancora in corso, dunque, è impossibile fissare un’unica data di scadenza per tutti i vaccini.
La data di scadenza dei vaccini contro la Covid-19 una volta scongelati varia tra i 3 e i 6 mesi, un lasso di tempo precauzionalmente molto inferiore rispetto alla maggior parte dei vaccini ordinari, che restano validi fino a 3 anni dalla produzione. La scadenza delle dosi viene calcolata dalle agenzie di regolamentazione dei medicinali e può essere rivista in base ai nuovi dati raccolti dagli studi clinici: attualmente Ema (l’agenzia europea per i medicinali) ha stimato una scadenza dopo 3 mesi per il vaccino Janssen di Johnson & Johnson, dopo 6 mesi per AstraZeneca e Pfizer, dopo 7 mesi per Moderna.
Contattato da Facta, l’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia – che coordina il principale hub vaccinale della città – ha smentito categoricamente la notizia di una possibile scadenza dei vaccini, aggiungendo che «nessun operatore dell’hub avrebbe mai potuto far circolare una tale e infondata notizia».
Passando alla seconda parte del messaggio vocale, il riferimento è ai cinque trattamenti contro la Covid-19 attualmente in fase di revisione da parte dell’Ema. Si tratta, nello specifico, di quattro terapie a base di anticorpi monoclonali e di un immunosoppressore, definiti «promettenti» dalla Commissione europea e che entro ottobre potrebbero entrare a far parte di un «portfolio di terapie» utili ad affrontare la malattia da coronavirus.
Non esistono prove che tali trattamenti siano stati somministrati a Silvio Berlusconi e Boris Johnson – in entrambi i casi fonti mediatiche hanno parlato di una cura a base dell’antivirale remdesivir – mentre la Cnn ha rivelato l’esistenza di un mix composto da due anticorpi monoclonali sperimentali nella terapia utilizzata per curare l’ex presidente degli Stati Uniti.
In ogni caso, le nuove terapie saranno finalizzate alla cura della malattia, mentre i vaccini hanno un’altissima efficacia nel prevenirla. Per questo motivo la Commissione europea ha precisato che gli eventuali trattamenti approvati contro la Covid-19 non sostituiranno l’azione dei vaccini, ma «lavoreranno fianco a fianco» con la strategia vaccinale.