Il governo ucraino non ha varato un «risarcimento di guerra» subordinato al completamento del ciclo vaccinale
Il 21 marzo 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare un post condiviso il 19 marzo 2022 su Facebook, contenente un video di quasi 5 minuti riassunto da un lungo testo scritto dall’autore del post. Nel testo di legge che l’Ucraina è diventato «il banco di prova in Europa per il Great Reset di Schwab», come testimonierebbe un programma di risarcimenti di guerra varato dal governo ucraino, ma accessibile solo per le persone che hanno «completato il ciclo vaccinale».
Secondo l’autore del post, tutto sarebbe iniziato nel 2020, con il lancio di «un’applicazione chiamata Diia che riunisce carta d’identità, passaporto, patente, libretto delle vaccinazioni, iscrizioni, assicurazioni, rimborsi sanitari, prestazioni sociali e altro ancora». Questa applicazione, che il post paragona al «credito sociale» in vigore in Cina, sarebbe stata lanciata il 6 febbraio 2020 («quando in Ucraina nessuno (almeno fra la gente comune…) aveva mai sentito parlare di pipistrelli, bacilli e punture», aggiunge il post) e in seguito all’emergenza sanitaria sarebbe stata utilizzata anche come «l’equivalente ucraino del Green Pass, necessario per accedere a determinati luoghi, eventi e servizi».
Dopo lo scoppio della guerra, il governo ucraino avrebbe annunciato «un importante programma di “ristori” per coloro che sono stati colpiti economicamente dall’attuale conflitto», conclude il post, ma per usufruirne serve possedere l’app Diia e «aver completato il ciclo vaccinale».
Si tratta di una notizia falsa.
Come già spiegato in un precedente approfondimento, il «Grande Reset» è una teoria del complotto priva di fondamento che accusa il World Economic Forum (Wef) di aver creato il virus Sars-CoV-2 in laboratorio, così da porre le basi per un controllo centrale dell’economia e una società di stampo marxista. Il Wef è in realtà un’organizzazione internazionale con sede in Svizzera e il “Grande Reset” è uno slogan con cui il World Economic Forum intendeva porre l’attenzione sulla necessità di politiche globali per uscire dall’emergenza climatica e immaginare un mondo post-pandemia.
L’app Diia esiste realmente ed è stata annunciata il 27 settembre 2019 dal ministro ucraino per la trasformazione digitale Mykhailo Fedorov. Nelle intenzioni, l’applicazione avrebbe dovuto rappresentare un portale unico della pubblica amministrazione (molto simile all’italiana Io), ma con lo scoppio della pandemia la piattaforma è stata utilizzata anche per l’emissione dei certificati Covid-19.
Il governo ucraino non ha tuttavia mai annunciato che i «ristori» per le persone colpite dalla guerra sarebbero stati subordinati al completamento del ciclo vaccinale. Il varo dei risarcimenti è stato ufficializzato il 6 marzo 2022 dal primo ministro ucraino Denys Shmyhal, che nel suo discorso (qui il video completo, qui la trascrizione) ha spiegato che «il programma funzionerà per analogia con i pagamenti delle vaccinazioni, ovvero attraverso l’applicazione Diia».
Questa dichiarazione è stata decontestualizzata e distorta sui social network (ad esempio qui, qui e qui), ma ascoltando il discorso completo appare evidente che quello di Shmyhal fosse solo un esempio del metodo di erogazione dei risarcimenti. Il 3 marzo 2022, il presidente ucraino Zelensky aveva parlato del piano, spiegando che il «programma di assistenza speciale» era destinato a «tutti gli ucraini che hanno perso l’opportunità di lavorare a causa della guerra» e avrebbe erogato 6.500 grivnie (la moneta ucraina) «senza alcuna condizione».
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