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Nel 2014 gli Stati Uniti non «hanno speso 5 miliardi di dollari» per un colpo di stato in Ucraina

Nel 2014 gli Stati Uniti non «hanno speso 5 miliardi di dollari» per un colpo di stato in Ucraina

23 marzo 2022
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Il 22 marzo 2022, la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni riportate in un video lungo poco più di 2 minuti e pubblicato il 12 marzo su Facebook. Il filmato contiene un’intervista al giornalista ed ex presidente della Rai Marcello Foa, che spiega come «la crisi tra Russia e Ucraina» del 2014 sia stata provocata da «forze ucraine filo-americane eterodirette dagli Stati Uniti». Il riferimento è alla caduta del governo di Viktor Janukovič, presidente dell’Ucraina fino al 2014, che secondo Foa sarebbe stato «rovesciato con la forza».

Per avvalorare la sua tesi, Foa riporta una presunta dichiarazione di Victoria Nuland, «numero due del dipartimento di Stato americano», che in una «conferenza pubblica» avrebbe dichiarato che «per fare questo cambio di regime, gli americani hanno speso nel corso degli ultimi anni 5 miliardi di dollari». 

Il video è accompagnato da un testo, scritto dall’autore del post, che recita: «2015 – Marcello Foa, giornalista scrittore ed ex-presidente della Rai, parla della “Brigata Azov”. Una brigata formata da un gruppo di paramilitari neonazisti, che ha avuto un ruolo decisivo nel rovesciare con la forza il regime Janukovyč nel 2014. Un vero è proprio colpo di stato orchestrato dall’America in cui sono stati spesi 5 miliardi di dollari, per finanziare organizzazioni oggettivamente pericolose. Il tutto per isolare la Russia dalla Germania».

Si tratta di una notizia falsa.

Innanzitutto, l’intervista oggetto della nostra verifica risale al 30 giugno 2015 ed è uno spezzone della trasmissione Passaparola mandata in onda da La Cosa, web tv del blog di Beppe Grillo. Il filmato completo dura in tutto oltre 7 minuti ed è stato pubblicato su YouTube dalla stessa web tv con il titolo “Russia – Stati Uniti: prove di Guerra Mondiale, intervista a Marcello Foa”. 

Il video fa riferimento alla serie di manifestazioni pro-europeiste svoltesi in Ucraina a cavallo tra il 2013 e il 2014, ribattezzate Euromaidan e seguite alla decisione dell’allora presidente ucraino Viktor Janukovič di non sottoscrivere il trattato di associazione con l’Unione europea, orientando di fatto il Paese in senso filorusso. Le proteste si protrassero per tre mesi e portarono all’impeachment di Janukovič, che nel frattempo aveva lasciato Kiev si era proclamato vittima di un colpo di Stato attuato «con metodi nazisti». 

L’episodio fu alla base della decisione russa di accogliere l’annessione della Crimea e di sostenere le istanze dei separatisti del Donbass. Va dunque sottolineato che il riferimento al «colpo di stato» non è neutro, ma è la visione di una delle due parti, non sostenuta dalla totalità della comunità internazionale.

Veniamo ora alla presunta dichiarazione della sottosegretaria di Stato Victoria Nuland, che avrebbe ammesso una spesa di «5 miliardi di dollari» per favorire il cambio di regime. 

Foa si riferisce a una conferenza pubblica del 2013 (tenuta di fronte alla Fondazione Stati Uniti-Ucraina e visibile integralmente a questo link), nella quale Nuland spiegava che «dall’indipendenza dell’Ucraina, nel 1991, gli Stati Uniti hanno sostenuto gli ucraini nella costruzione di doti e istituzioni democratiche, che promuovono la partecipazione civica e il buon governo». Nuland ha definito queste delle «condizioni preliminari affinché l’Ucraina realizzi le sue aspirazioni europee» e ha aggiunto: «abbiamo investito oltre 5 miliardi di dollari per assistere l’Ucraina in questi e altri obiettivi che garantiranno un’Ucraina sicura, prospera e democratica».

Nuland non fa insomma alcun riferimento a investimenti volti a provocare un «colpo di stato» o un «cambio di regime». Come ha spiegato la portavoce del dipartimento di Stato Nicole Thompson ai colleghi di PolitiFact, dal 1992 il governo americano ha speso circa 5,1 miliardi di dollari per sostenere i programmi di costruzione della democrazia in Ucraina. Di questi, circa 2,4 miliardi di dollari sono andati a programmi volti alla promozione della pace e della sicurezza (tra gli esempi citati ci sono l’assistenza militare, la sicurezza delle frontiere e le questioni relative alla tratta di esseri umani) mentre la cifra restante è stata suddivisa tra aiuti umanitari, incentivi alla crescita economica e investimenti «nelle persone».

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