L’aumento di CO2 non è dovuto al rialzo delle temperature
Il 12 luglio 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni riportate in un grafico secondo cui l’aumento di CO2 nell’atmosfera sarebbe provocato dall’incremento delle temperature. Questo dato ribalterebbe di fatto il paradigma scientifico del cambiamento climatico, negando le responsabilità dell’attività umana in relazione all’aumento delle temperature globali, dal momento che le emissioni di anidride carbonica diventerebbero la conseguenza – e non più la causa – del riscaldamento globale.
Si tratta di una notizia falsa.
Il grafico oggetto della segnalazione è contenuto in una ricerca pubblicata nel 2013 da un team di scienziati norvegesi (Humlum et al.) sulla rivista “Global and Planetary Change” e intitolata “La relazione di fase tra anidride carbonica atmosferica e temperatura globale”. L’articolo mostra che nel periodo compreso tra 1980 e il 2011 i picchi nelle emissioni di anidride carbonica sarebbero successivi ai picchi della temperatura superficiale rilevata.
La ricerca norvegese è stata largamente confutata nel corso degli anni e non è dunque da considerare attendibile. Le numerose risposte al paper (ad esempio qui, qui, qui e qui) hanno sottolineato come la ricerca si basasse su errori metodologici, come l’utilizzo di equazioni differenziali del primo ordine prima di comparare i dataset o la ricerca di una correlazione tra le emissioni umane annuali e la variazione della CO2 nell’atmosfera, inattendibile data la lunga vita dell’anidride carbonica.
A questi errori, si era sommata anche la scelta arbitraria di considerare il periodo di tempo 1980-2011 piuttosto che la curva di Keeling, il grafico che raccoglie le emissioni di CO2 a partire dal 1958, nonché il parametro normalmente utilizzato in questo tipo di analisi.
La risposta al paper in analisi pubblicata da Troy Master (università della California) e Rasmus Benestad (Istituto meteorologico norvegese) evidenzia inoltre come l’intera ricerca non abbia tenuto conto dell’influenza di El Niño-Oscillazione Meridionale, un fenomeno climatico che ogni 5 anni (in media) provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale e che influenza le concentrazioni di CO2.
In una pubblicazione realizzata pochi mesi prima, inoltre, gli autori della ricerca in oggetto avevano previsto che le temperature «in determinate località» sarebbero calate di un grado centigrado entro l’anno 2020. Oggi possiamo affermare che quegli scienziati avevano torto, dal momento che le temperature globali sono aumentate continuativamente tra il 2012 e il 2020.
La serie di errori sopra descritta, unita a un consenso scientifico che ha stabilito l’origine antropogenica del riscaldamento globale, ci porta a concludere che la ricerca oggetto della nostra verifica non rappresenti un valido contributo alla conoscenza del fenomeno del riscaldamento globale.