L’11 gennaio non scadrà il termine ultimo per opporsi alla «schedatura sanitaria» - Facta
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L’11 gennaio non scadrà il termine ultimo per opporsi alla «schedatura sanitaria»

Il 23 settembre 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni presentate in un articolo pubblicato il 2 gennaio 2021 da European Consumers, che si definisce un’«associazione a tutela di ambiente e consumatori», e intitolato “Attenzione alla schedatura sanitaria: se non la negate è automatica”.


All’interno dell’articolo si fa riferimento al «fascicolo sanitario elettronico», che viene definito «un nuovo attacco alla privacy dei cittadini» avvenuto «nel totale silenzio dei media», e all’11 gennaio, data scelta dal governo per «il consenso automatico di tutti coloro che tacciono al fascicolo sanitario elettronico». Per validare tale teoria, European Consumers cita l’articolo 11 del «decreto Rilancio» (ovvero il decreto-legge n.34 del 19 maggio 2020), che avrebbe introdotto «la possibilità di alimentazione del fascicolo anche in assenza del consenso»

Per scongiurare tale possibilità, l’autore dell’articolo consiglia di «negare il proprio assenso a questa schedatura elettronica» attraverso alcuni moduli predisposti dal Garante della privacy.

Si tratta di una notizia falsa.

Innanzitutto, il fascicolo sanitario elettronico è uno strumento gestito dalle regioni grazie al quale «il cittadino può tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per garantire un servizio più efficace ed efficiente», come spiegato dal sito governativo dedicato all’iniziativa. 

Come stabilito dal dpcm n.178 del 29 settembre 2015, il fascicolo contiene: «dati identificativi e amministrativi dell’assistito, referti, verbali pronto soccorso, lettere di dimissione, profilo sanitario sintetico, dossier farmaceutico, consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti». A questo nucleo minimo di dati obbligatori possono aggiungersi altre informazioni su richiesta dell’utente, ma si tratta in ogni caso di dati supplementari e facoltativi.

La notizia di una scadenza fissata all’11 gennaio per opporsi «alla schedatura» è stata smentita dal Garante per la protezione dei dati personali, autorità indipendente designata per vegliare sul rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali, che in un comunicato pubblicato sul suo sito ufficiale ha chiarito che «tale scadenza non esiste ed è priva di qualsiasi fondamento normativo». 

Secondo l’autorità garante, la confusione è scaturita da un’iniziativa della Regione Liguria, che «aveva erroneamente indicato nell’11 gennaio 2021 il termine entro il quale i cittadini liguri avrebbero dovuto comunicare la loro eventuale opposizione all’inserimento nel FSE dei dati relativi alle prestazioni sanitarie fruite, in ambito pubblico o privato». 

Come precisato dal Garante, la normativa introdotta nel 2020 (ovvero l’articolo 11 del decreto Rilancio citato nell’articolo oggetto della nostra verifica) prevede che «a decorrere dal maggio 2020, a prescindere da qualsivoglia manifestazione di consenso dei cittadini, i dati di tutte le prestazioni sanitarie fruite vadano a confluire automaticamente nel Fascicolo sanitario elettronico». Non esiste e non è mai esistito, dunque, alcun modulo da compilare per evitare che il nucleo minimo di dati sanitari obbligatori fosse inserito nel fascicolo elettronico.

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