Logo
No, la Pepsi non contiene «cellule di feto abortito»

No, la Pepsi non contiene «cellule di feto abortito»

18 ottobre 2022
Condividi

Il 18 ottobre 2022 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un articolo pubblicato il 27 febbraio 2021 dal sito web Italiador e intitolato “Cellule di Feto Abortito per Creare Aromi Alimentari”. Il testo fa riferimento all’azienda biotech Senomyx, che utilizzerebbe «cellule di feti abortiti nel processo di lavorazione per dare più sapore, dolce o salato a cibi e bevande» e che avrebbe «firmato contratti con la Pepsi, l’Ajinomoto Co (produttori di aspartame e colla di carne), la Nestlè ed altre aziende alimentari».

In particolare, Italiador si concentra sulle HEK293, «cellule renali da feti abortiti sani» che sarebbero presenti all’interno di diversi vaccini e prodotti alimentari, tra i quali la bevanda analcolica Pepsi

Si tratta di una notizia infondata.

Innanzitutto, la linea cellulare umana HEK293 deriva da un singolo embrione umano abortito nel 1973, le cui cellule renali sono state clonate fino ai giorni nostri per essere utilizzate nella ricerca biomedica. Le cellule HEK 293 utilizzate oggi sono dunque cloni di quelle originali e per questo motivo non sono esse stesse cellule di bambini abortiti. 

Nel 2008 l’azienda biotech Senomyx ha presentato una richiesta di brevetto per “Metodi ricombinanti per esprimere un recettore funzionale del gusto dolce” che menzionava l’utilizzo della linea cellulare HEK293. Nel 2010, infine, PepsiCo ha firmato un contratto quadriennale con Senomyx per lo sviluppo di dolcificanti.

A partire dal 2011, il gruppo antiabortista americano Children of God for Life ha dato il via a una campagna di boicottaggio contro le aziende che collaboravano con Senomyx, tra cui anche la PepsiCo, accusata di utilizzare «linee cellulari fetali abortite per testare i suoi prodotti». Con una lettera del 26 aprile 2012, il vicepresidente di PepsiCo Paul Boykas ha chiarito che l’azienda non ha condotto né finanziato ricerche che utilizzavano linee cellulari umane e che Senomyx non usava cellule HEK per conto di PepsiCo.

Contattato dai colleghi di Reuters, nel 2021 un portavoce di PepsiCo ha spiegato che la situazione non è cambiata rispetto al 2012 e ha aggiunto che «il rapporto commerciale di PepsiCo con Senomyx è terminato e non utilizziamo alcun ingrediente Senomyx nei nostri prodotti». A più riprese, nel 2018 e nel 2021, anche l’account Twitter ufficiale di Nestlé ha smentito di aver condotto «alcuna ricerca che utilizzi cellule embrionali o fetali umane» o di aver fatto ricorso a ingredienti di questo tipo.

Clicca qui per iscriverti alla newsletter gratuita di Facta
Ogni sabato mattina riceverai il meglio del nostro lavoro 
 

Potrebbero interessarti
Segnala su Whatsapp